ROMA – La notizia della scomparsa di Luca Beatrice, critico d’arte, curatore e saggista di fama internazionale, ha colpito profondamente il mondo della cultura italiana. Beatrice è deceduto improvvisamente all’età di 63 anni all’Ospedale Molinette di Torino a seguito di un infarto, come comunicato dal fratello Giulio con un post su Facebook.
Nato a Torino nel 1961, Beatrice si era laureato in Storia del Cinema e successivamente specializzato in Storia dell’Arte. Sin dagli anni Ottanta, il suo lavoro si era concentrato sull’esplorazione di movimenti artistici innovativi, intrecciando critica, curatela e divulgazione. Dalla Biennale di Praga agli anni come curatore del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 2009, Beatrice aveva costruito un percorso eclettico e brillante.
Tra le sue esposizioni più celebri si annoverano mostre antologiche su Andy Warhol, Edward Hopper e Jackson Pollock, ma anche progetti sul Futurismo, l’Arte Povera e sulle nuove generazioni di artisti italiani.
La Quadriennale di Roma: il sogno incompiuto
Nel 2024, Beatrice era stato nominato presidente della Fondazione La Quadriennale di Roma. La sua missione, come da lui dichiarato, era chiara: riportare l’arte italiana al centro del dibattito culturale internazionale. L’edizione del 2025, intitolata Fantastica, era stata concepita come un grande progetto espositivo corale che raccontasse la scena contemporanea del nostro Paese. “Un fermo immagine molto nitido dell’arte italiana di oggi,” aveva spiegato Beatrice, sottolineando l’intento di includere non solo artisti provenienti dalle grandi città, ma anche voci emergenti dalla provincia.
Le reazioni dal mondo della cultura
Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha ricordato Beatrice con parole di profonda stima: “Curatore, critico e docente, in ogni ruolo Luca ha espresso al meglio la sua vocazione di intellettuale e polemista al servizio dell’agone pubblico. La Quadriennale di Roma, istituzione da lui presieduta, rappresenta il culmine della sua brillante carriera. Il dolore provocato dalla sua morte è indicibile.”
Il sottosegretario Lucia Borgonzoni ha dichiarato: “Il mondo della cultura perde una delle sue più brillanti figure di riferimento, un intellettuale preparato dalla voce autorevole e prestigiosa. La sua scomparsa lascia un grande vuoto.”
“Il mondo dell’arte – ha commentato il presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone – perde un critico appassionato non conforme e – come scriveva Brecht – nella categoria degli umani ‘un imprescindibile’. Io ho perso un amico“.
Anche la Biennale di Venezia si è unita al cordoglio, sottolineando il ruolo centrale di Beatrice nella promozione dell’arte contemporanea e ricordando il suo contributo come curatore del Padiglione Italia nel 2009. “Un esempio di curiosità critica e di coraggioso anticonformismo,” si legge nel comunicato ufficiale.
Un intellettuale eclettico e appassionato
Oltre alla sua attività curatoriale, Beatrice era un prolifico autore e docente. Le sue pubblicazioni, come Da che arte stai?, Pop, Sex e Le vite. Racconto provinciale dell’arte italiana, testimoniano la sua capacità di analizzare il presente con uno sguardo attento e critico. Come giornalista, ha collaborato con testate come Il Giornale dell’Arte, Corriere Torino e Libero, portando avanti un dialogo vivace e costruttivo sulla cultura contemporanea.