ROMA – Un museo in movimento, capace di raccontare la propria storia mentre la costruisce. Con In corso d’opera, il MUCIV – Museo delle Civiltà accoglie il pubblico in un allestimento che consentirà una rilettura delle sue straordinarie collezioni, il cui primo nucleo proviene dal Regio Museo Nazionale Preistorico Etnografico fondato nel 1875 dal paletnologo Luigi Pigorini presso l’ex Collegio Romano, sede originaria dell’ordine dei Gesuiti e attualmente sede del Ministero della Cultura italiano.
Un percorso che nasce dall’esigenza pratica di rendere accessibili le raccolte Africane, Americane e Oceaniane durante i lavori di riallestimento, previsti nel 2025 per le celebrazioni del 150° anniversario delle collezioni del MUCIV, ma che si sviluppa in una riflessione più ampia sul significato di questi manufatti e sulle loro connessioni.

Fino a settembre 2025, l’ingresso del Palazzo delle Scienze diventa, dunque, un punto d’incontro tra oggetti noti e opere mai esposte prima, tra ricerche archivistiche e nuove prospettive di lettura. La selezione presentata va oltre la suddivisione geografica: il progetto crea per la prima volta un intreccio tematico tra culture diverse, mettendo in dialogo amuleti, insegne di potere, rappresentazioni di animali e piante, gioielli. Elementi che, pur appartenendo a contesti lontani, rivelano sorprendenti analogie nei linguaggi simbolici e nelle funzioni sociali.
La collezione africana: tra storia e sguardi contemporanei
L’allestimento della Collezione di Arti e Culture Africane, curato da Gaia Delpino, restituisce una sintesi visiva e documentaria di un patrimonio che spazia dalle opere giunte in Italia già nel Rinascimento agli oggetti raccolti tra Ottocento e primo Novecento. Frammenti di storie che attraversano esplorazioni, missioni scientifiche e scambi diplomatici, riportando l’attenzione su un collezionismo che riflette le dinamiche storiche dell’epoca.


Dal cuore delle Americhe: maschere, riti e tecniche millenarie
Dalle Americhe, invece, emerge una varietà di manufatti che coprono un arco cronologico vastissimo, dall’epoca precolombiana al XX secolo. Maschere, sculture, oggetti rituali testimoniano la pluralità di forme e materiali elaborati dalle civiltà indigene per rispondere a esigenze non solo estetiche, ma anche religiose, politiche e sociali. La selezione, curata da Francesca Manuela Anzelmo, Pierpaolo Caputo, Camilla Fratini e Loretta Paderni, porta in luce tanto le opere più celebri quanto quelle rimaste a lungo nei depositi, ora rilette alla luce di studi recenti.
Oceania: l’immenso mare di isole e il senso della collezione
Un racconto ancora in divenire è quello dell’Oceania: un continente frammentato in migliaia di isole, un mosaico di popoli e tradizioni millenarie. Qui il percorso si muove tra materiali raccolti a partire dal XVII secolo, con il primo nucleo del Museo Kircheriano, e quelli acquisiti grazie a spedizioni come quella di Enrico Hillyer Giglioli a bordo della Magenta. Il lavoro di Vito Lattanzi e Maria Onori apre un’indagine su una collezione ancora parziale, destinata a crescere e a ridefinirsi con il riallestimento complessivo.
L’inaugurazione, in programma il 2 febbraio, sarà un’occasione per approfondire il progetto con i curatori e il direttore Andrea Viliani, mentre le visite gratuite della Domenica al Museo permetteranno di seguirne l’evoluzione nel tempo.
Vademecum
Museo delle Civiltà
Palazzo delle Scienze
piazza Guglielmo Marconi, 14
Palazzo delle Arti e Tradizioni Popolari
piazza Guglielmo Marconi, 8
Dal martedì alla domenica 8:00-19:00
(la biglietteria chiude mezz’ora prima)
Chiuso il lunedì
Come arrivare
In metro: Metro B, fermata EUR Fermi
In bus: Linee ATAC 30, 170, 671, 791, 714
In auto: I parcheggi nelle zone adiacenti al Museo delle Civiltà sono gratuiti