ROMA – Nel corso della campagna di scavo condotta nei mesi di giugno e agosto 2024 nell’ambito del progetto OPS – Ostia Post Scriptum, è emerso un ritrovamento di eccezionale rilevanza: un mikveh, ovvero un bagno rituale ebraico, situato all’interno di un edificio sontuoso nel cuore del Parco archeologico di Ostia Antica. Questo rinvenimento, unico nel panorama mediterraneo dell’età romana al di fuori della Terra di Israele, attesta l’importanza e la continuità della comunità ebraica ostiense nel corso dei secoli imperiali.
Il progetto OPS, nato nel 2022 dalla collaborazione tra il Parco archeologico di Ostia Antica, l’Università degli Studi di Catania e il Politecnico di Bari, si è posto l’obiettivo di approfondire la conoscenza dello sviluppo urbanistico della colonia romana, esplorando aree mai indagate prima. Il mikveh si trova nella cosiddetta Area A, una porzione centrale della città antica, nelle vicinanze del corso del Tevere e in un contesto ricco di edifici di grande rilievo.
Le caratteristiche architettoniche del mikveh
L’ambiente identificato come bagno rituale ebraico è un piccolo vano semi-ipogeo, rettangolare, chiuso da un’abside semicircolare e accessibile da una larga soglia in marmo. Al suo interno si trovano tre gradini usurati che conducono a un piano pavimentale in laterizi, posto a circa un metro di profondità rispetto alla soglia d’ingresso. Lungo le pareti laterali si osservano tracce di un possibile alloggiamento per una transenna, mentre un foro passante nella muratura suggerisce la presenza di un sistema di adduzione d’acqua.
L’elemento più significativo è la presenza di un pozzo circolare, con un diametro di circa 1,08 metri, destinato alla captazione dell’acqua di falda. Alla profondità di circa 1,5 metri è stata rinvenuta una lucerna con una menorah (candelabro a sette bracci) e un lulav (ramo di palma), entrambi simboli della cultura ebraica, risalenti tra il V e il VI secolo d.C. La scoperta conferma che l’ambiente aveva una funzione rituale ebraica, rispettando i canoni prescritti dalla tradizione rabbinica.
Il contesto storico e religioso
Ostia Antica, porto e porta di Roma sul Mediterraneo, era un centro di grande vivacità multiculturale. Fin dall’età repubblicana, la città accoglieva genti di varia provenienza, tra cui una fiorente comunità ebraica, la cui presenza è attestata dall’iscrizione più antica in Italia che menziona i Iudaei, risalente al I secolo d.C. e rinvenuta nella necropoli di Pianabella.
Nel corso dell’età imperiale, la comunità ebraica di Ostia consolidò il proprio ruolo sociale e religioso, come dimostra l’esistenza della sinagoga ostiense, costruita tra la fine del II e l’inizio del III secolo d.C., la più antica sinagoga conosciuta nel Mediterraneo occidentale. Il ritrovamento del mikveh conferma che la vita religiosa ebraica si svolgeva con continuità, rispettando le regole di purificazione stabilite dalla Mishnah e dalla Tosefta.
Il valore della scoperta secondo le istituzioni
La scoperta del mikveh ha suscitato grande interesse anche da parte delle istituzioni culturali e governative. Il Ministro della Cultura Alessandro Giuli ha sottolineato come questo ritrovamento rafforzi “la consapevolezza storica di Ostia Antica quale crocevia di convivenza e di scambio di culture, culla di tolleranza tra popoli diversi che nella civiltà romana trovavano la loro unione“. Giuli ha inoltre evidenziato l’unicità del mikveh nel panorama archeologico mediterraneo e la rilevanza della presenza ebraica a Ostia, testimoniata da secoli di continuità. Il Ministro ha ribadito l’impegno del Ministero della Cultura nel sostenere gli scavi e valorizzare il patrimonio archeologico con ulteriori investimenti.
Anche Alfonsina Russo, Capo Dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale, ha espresso grande soddisfazione per la scoperta, definendola “una conferma dell’importanza e della specificità dell’antica città di Ostia, porto e porta di Roma sul Mediterraneo e melting pot etnico, linguistico, religioso e culturale“. Russo ha inoltre posto l’accento sulla necessità di rendere il mikveh fruibile al pubblico nel più breve tempo possibile, coerentemente con una strategia di valorizzazione e tutela del patrimonio archeologico italiano.
Il Direttore generale Musei Massimo Osanna ha evidenziato come, grazie ai finanziamenti del Ministero della Cultura, sia stato possibile attuare un piano di interventi su scala nazionale volto alla manutenzione programmata, alla promozione della ricerca archeologica e alla valorizzazione del patrimonio culturale. In questo contesto, il Parco archeologico di Ostia Antica ha giocato un ruolo fondamentale, distinguendosi per l’innovatività e l’eccellenza dei suoi progetti di ricerca, come quello che ha portato alla scoperta del mikveh. Secondo Osanna, il ritrovamento testimonia il carattere multiculturale dell’antica città portuale e apre nuovi scenari per la conoscenza storica e lo sviluppo di nuove narrazioni.
Il Direttore del Parco archeologico di Ostia Antica, Alessandro D’Alessio, ha descritto la scoperta come “assolutamente straordinaria“, sottolineando come non fossero noti mikva’ot di epoca romana fuori dalla Giudea, Galilea e Idumea antiche. Questo ritrovamento conferma l’importanza della comunità ebraica a Ostia durante tutta l’età imperiale e oltre, fino al V-VI secolo, quando la sinagoga ostiense, la più antica del Mediterraneo occidentale, cessò di esistere con l’abbandono della città.

Gli obiettivi futuri
Il rinvenimento di un mikveh in un’area mai precedentemente esplorata apre nuove prospettive sulla conoscenza di Ostia e della sua composizione sociale. La sua presenza suggerisce l’esistenza di un centro di aggregazione ebraico più ampio, probabilmente connesso alla vicina sinagoga o ad altre strutture destinate alla vita comunitaria.
Il Ministero della Cultura ha stanziato 124.190,41 euro per la campagna di scavi, con l’obiettivo di proseguire le indagini e rendere quanto prima il sito accessibile al pubblico. L’importanza del mikveh ostiense va oltre la scoperta archeologica: rappresenta una testimonianza tangibile della convivenza religiosa e culturale nell’Impero Romano, aprendo nuovi scenari di ricerca sul dialogo tra le diverse comunità della città antica.
Come sottolineato dal rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, il mikveh è un simbolo della lunga storia della comunità ebraica della capitale, un’eredità che continua a dialogare con il presente. La scoperta accresce il valore del patrimonio storico e archeologico di Ostia Antica, confermandone il ruolo chiave nella narrazione del passato di Roma e delle sue molteplici identità.