TORINO – Con l’arrivo della primavera 2025, la Pista 500 della Pinacoteca Agnelli si rinnova, trasformando il tetto del Lingotto in un osservatorio privilegiato di pratiche artistiche contemporanee. A partire dal 16 aprile, quattro nuove installazioni site-specific firmate da Allora & Calzadilla, Rong Bao, Francesco Gennari e Silvia Rosi si innestano nel giardino pensile, ridefinendo il dialogo tra arte, spazio urbano e memoria industriale.
Nuove installazioni tra memoria, corpo e immaginario
L’inserimento delle nuove opere sulla Pista 500 amplia il racconto della Pinacoteca Agnelli, offrendo punti di vista eterogenei sul presente. Dall’indagine sull’ambiente all’introspezione individuale, dal confronto con la storia coloniale alla rielaborazione della memoria, le installazioni propongono esperienze visive e concettuali in continuo dialogo con l’architettura industriale del Lingotto.

Graft (Phantom Tree), l’intervento del duo Allora & Calzadilla, si appropria della rampa sud con un’esplosione di fiori in plastica riciclata, evocando la biodiversità caraibica minacciata dalla deforestazione coloniale. I petali sospesi, privati di tronco e radici, fluttuano come “alberi fantasma”, mettendo in scena una riflessione silenziosa sulle forme della sottrazione, dell’ibridazione vegetale e delle ferite lasciate sull’ambiente.
All’estremità opposta dello spettro sensoriale, Carnivorous Bloom di Rong Bao introduce una dimensione quasi performativa: una scultura gonfiabile in continuo movimento, simile a una pianta aliena, invita il pubblico a immergersi fisicamente in un ambiente che fonde il pop con l’organico, l’ironico con il perturbante. Il suo respiro meccanico, ipnotico e seduttivo, ridiscute le modalità di interazione tra essere umano e oggetto artistico.

Francesco Gennari, con l’opera …Avevo anche 7 stelle in tasca…, disloca il proprio autoritratto in forma di cappotto di bronzo abbandonato. Un frammento poetico e personale che, come spesso accade nel suo lavoro, assume un valore universale: metafora della presenza per assenza, dell’artista-demiurgo e della tensione tra quotidiano e cosmico.
Infine, Omissions di Silvia Rosi, inserita nel palinsesto di Exposed Torino Foto Festival 2025, compare sul billboard della pista come un’immagine-soglia tra memoria familiare e archetipi diasporici. Due figure femminili reggono un tabellone del Ludo, evocando memorie d’infanzia, flussi coloniali e la geografia intima dei legami culturali. Il tessuto wax che fa da sfondo all’immagine, con la sua trama scacchiera, rievoca le rotte che dall’Asia all’Africa hanno trasformato merci in simboli.

Un programma culturale diffuso
Accanto al percorso artistico, la primavera-estate della Pinacoteca Agnelli si estende anche nel campo della sperimentazione culturale. Per il terzo anno, la collaborazione con il Salone Internazionale del Libro dà vita a “Sul tetto del Salone”, un programma articolato di incontri, maratone di lettura e lezioni all’aperto. Il palco affacciato su Torino ospiterà autori come Roberto Saviano, Donatella Di Pietrantonio, Antonella Lattanzi, Valentina Tanni, fino a John Elkann in dialogo con Giovanni Soldini, alternando letteratura, arte e riflessioni sul presente.
Il dialogo tra memoria e mobilità si amplifica con la collaborazione con il MAUTO, che prevede una serie di tour su auto d’epoca – tra cui la Fiat Balilla e la 500C Belvedere – lungo la storica pista di collaudo, oggi divenuta spazio espositivo e panoramico.
Completano il programma presentazioni editoriali, come l’incontro con Francesco Bonami e Sarah Cosulich il 6 maggio, e il ciclo dedicato a Bobi Bazlen tra maggio e giugno, che unisce disegno, psicoanalisi e storia editoriale. Non manca il cinema, con la seconda edizione del Cinema sulla Pista 500, realizzata con Distretto Cinema.

Una riflessione sul tempo: Salvo prorogato fino a fine estate
A fare da filo conduttore resta la mostra “Salvo. Arrivare in tempo”, che viene prorogata fino al 31 agosto. Una retrospettiva stratificata, che attraversa la complessità poetica e intellettuale dell’artista, da sempre difficile da incasellare, e che conferma la vocazione della Pinacoteca Agnelli a mettere in discussione il tempo, le sue traiettorie e le sue urgenze.