MILANO – Un archivio fotografico della pandemia, 360 immagini che raccontano un periodo unico nella storia del Paese, attraverso una grande varietà di linguaggi. Una preziosa documentazione visiva che nasce dallo sguardo di quaranta giovani fotografi, individuati attraverso due open call lanciate dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea (DGCC) del Ministero della Cultura, in collaborazione con Museo di Fotografia Contemporanea e Triennale Milano, tra la primavera e l’autunno del 2020. La prima per testimoniare la sospensione vissuta nei mesi di quarantena e la seconda per stimolare una riflessione sulle trasformazioni della società italiana nel periodo immediatamente successivo al lockdown.
La mostra “Refocus. Archivio visivo della pandemia”, a cura di Matteo Balduzzi e Matteo Piccioni, rappresenta la terza fase di un più ampio progetto fotografico di documentazione visiva dell’Italia nell’anno della pandemia, che ha visto l’apertura a Roma delle mostre Italia in attesa (Palazzo Barberini, 25 febbraio – 19 settembre 2021), dedicata a 12 tra i più importanti autori della fotografia italiana, e Città sospese (Palazzo Poli, 21 maggio – 16 luglio 2021) che presenta gli esiti di una campagna fotografica realizzata da fotografi del Ministero.

“La Direzione Generale Creatività Contemporanea – spiega Onofrio Cutaia, Direttore Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura – su invito del Ministro della Cultura Dario Franceschini, ha ritenuto necessario registrare non solo l’improvviso cambiamento della nostra realtà, ma anche le trasformazioni che hanno investito i linguaggi fotografici. Si è quindi rivolta ad artisti, fotografi e operatori visivi, sottolineando così anche il loro fondamentale ruolo all’interno della società, soprattutto in uno scenario di profonda trasformazione”.
“Grazie alla luce colta da questi giovani fotografi – afferma il Ministro della Cultura Dario Franceschini – ognuno di noi è in grado di riconoscersi nelle immagini proposte nel percorso espositivo, aiutandoci a riflettere e a comprendere meglio ciò che è avvenuto e trovare così la forza e la determinazione necessarie a superare una terribile avversità. La fotografia si dimostra così, ancora una volta, una espressione culturale autentica, finalmente riconosciuta tra le forme creative sostenute dal Ministero della Cultura grazie all’ultima riforma attuata nel 2019“.
I fotografi vincitori delle call sono: Fulvio Ambrosio, Arianna Arcara, Lorenzo Bacci e Flavio Moriniello, Fabrizio Bellomo, Giacomo Bianco, Alessandro Calabrese, Mara Callegaro, Sofiya Chotyrbok, Daniele Cimaglia e Giuseppe Odore, Tomaso Clavarino, Antonio Colavito, Giulia De Gregori, Matteo de Mayda, Ilaria Di Biagio, Riccardo Dogana, Stefan Giftthaler, Filippo Gobbato, Luigi Greco, Giulia Iacolutti, Guido Lettieri, Claudio Majorana, Stefano Maniero, Luca Marianaccio, Guido Montani, Matteo Montenero, Domenico Nardulli, Claudia Orsetti, Mattia Paladini, Nunzia Pallante, Nicolò Panzeri, Claudia Petraroli, Camilla Piana, Benedetta Ristori, Giorgio Salimeni, Claudia Sinigaglia, Andrea Storni, Jacopo Valentini, Cosimo Veneziano, Hugo Weber, Alba Zari.

Una “rimessa a fuoco” della realtà in seguito agli effetti del confinamento
La mostra Refocus è una sorta di caleidoscopio delle sperimentazioni fotografiche più aggiornate di giovani artiste e artisti.
Il progetto – spiegano i curatori – “identifica fin da subito la necessità di creare un archivio visivo della pandemia, complementare e non in antitesi alle fotografie dello straordinario che hanno popolato e popolano l’immaginario collettivo, caratterizzato da una maggiore soggettività e da una diversa carica poetica. Refocus ci consegna così una iconografia dell’ordinario – se così si può dire – dove la pandemia è narrata per vie laterali; dove i sentimenti di paura, dolore, smarrimento e speranza non sono urlati, bensì sussurrati; dove, infine, non sono l’emergenza e la corsa contro il tempo a dominare, ma la sospensione del tempo che appare, in tutte le immagini, quale minimo comune denominatore”.
Per l’esposizione è stato pensato un allestimento multimediale ideato e progettato dallo studio Dotdotdot, che si snoda attraverso una serie di grandi pannelli dislocati nello spazio della sala, accompagnati da un progetto sonoro curato da Triennale Milano Teatro e Radio Raheem e da alcuni brevi testi scritti dagli autori stessi. L’esperienza immersiva dell’installazione invita il visitatore a un’esperienza visiva sfaccettata, capace di coniugare un flusso principale fortemente collettivo con momenti estemporanei in cui emerge la progettualità del singolo autore. Il percorso espositivo ripercorre la scansione temporale delle due call suddividendo ognuna di esse in quattro aree tematiche che corrispondono a letture della realtà ricorrenti nelle fotografie degli artisti: esperienze diaristiche e relazionali legate alla sfera privata, racconti di paesaggi e comunità del territorio nazionale, sperimentazioni sul linguaggio, trasfigurazioni e allegorie della realtà. La varietà di tecniche e di linguaggi, dal reportage tradizionale alla sperimentazione meta-fotografica, in cui si alternano registri e sentimenti diversi – introspezione, paura, autobiografia, smarrimento, speranza, attesa -, è rappresentativa della ricchezza espressiva dei giovani autori del panorama artistico contemporaneo.
“Attraverso la pluralità di sguardi delle giovani promesse della fotografia selezionate – sottolinea Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano – Refocus offre una riflessione inedita sulla contemporaneità, contribuendo alla definizione di una sfaccettata narrazione visiva della Storia e delle storie del nostro Paese nel periodo di pandemia e lockdown e durante la fase successiva. Ne risulta una articolata lettura della società italiana, della sua progressiva ripresa e delle conseguenti trasformazioni economiche, sociali e psicologiche”.
Il progetto editoriale
Ad accompagnare l’esposizione una pubblicazione, dal titolo Almanac of Suspension, edito da Witty Books, che sarà presentata a Roma nelle prossime settimane. Si tratta di un progetto editoriale autonomo e complementare alla mostra , capace di immergersi nell’archivio di fotografie e di riorganizzarne il contenuto attraverso la sensibilità del book designer Nicolas Polli. Grazie a una serie di tag, una modalità propria del mondo digitale, il flusso di immagini ricostruisce un glossario della pandemia che opera a più livelli visivi. Il volume è completato da una seconda sezione in cui i 40 progetti vincitori sono ricomposti e presentati nella loro completezza.
Contestualmente alla mostra gli autori produrranno una versione stampata del loro lavoro che sarà acquisita dal Museo di Fotografia Contemporanea, andando così ad arricchire le collezioni pubbliche.
Vademecum
REFOCUS. Archivio visivo della pandemia
20 ottobre – 21 novembre 2021
A cura di Matteo Balduzzi e Matteo Piccioni
Progetto grafico, multimediale e di allestimento della mostra: Dotdotdot
Sonorizzazione: Triennale Milano Teatro e Radio Raheem
Catalogo: Witty Books
Ingresso: gratuito
Orari Triennale Milano
martedì-domenica, ore 11.00 – 20.00 (ultimo ingresso alle 19.00)
Triennale Milano
viale Alemagna 6
20121 Milano
T. +39 02 724341
www.triennale.org