PAESTUM – Marco Riccardo Rusconi dirige l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo (AICS), che è tra i partner fondamentali della Borsa Mediterranea per il Turismo Archeologico. Milanese, classe 1972, laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano, ha frequentato i corsi di specializzazione alla carriera diplomatica.
È stato, tra l’altro, Console Generale a Liegi e a Montreal, Rappresentante permanente presso l’Organizzazione dell’Aviazione Civile Internazionale (ICAO). Dal 2021 è Capo dell’Ufficio per le Politiche di cooperazione allo sviluppo in Africa presso la Direzione generale per la Cooperazione allo Sviluppo.
Di seguito l’intervista rilasciata ad ArteMagazine da Marco Riccardo Rusconi durante la ventiseiesima Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico.
D. Quanto è importante la cultura per la cooperazione allo sviluppo?
M.R.R. L’attenzione che l’AICS rivolge alla cultura, intesa come sviluppo sostenibile, prosperità, sviluppo della persona, è un ambito di nicchia che ci viene riconosciuto. Di nicchia, ma non per questo meno importante. Un’attenzione che ci caratterizza anche rispetto ad altre cooperazioni, come è emerso nel panel fatto alla BMTA 2024, con ben sei paesi nei quali siamo sì impegnati a 360 gradi, ma includendo la dimensione della conservazione del patrimonio inteso come strumento di coesione sociale, d’identità, naturalmente non di identità oppositiva.
D. In che senso non oppositiva?
M.R.R In alcuni paesi nei quali noi operiamo ci sono delle distinte faglie confessionali e il patrimonio unisce, viene considerato come un simbolo di unità.
D. Ad esempio?
M. R. R. Se pensiamo al Libano, il tempio di Baalbek è in alcuni documenti ufficiali, forse su qualche francobollo, perché è simbolo di unità. La cooperazione punta a rimuovere le cause dei conflitti, vuole portare pace e diritti umani e ciò spiega perché per noi il patrimonio artistico-culturale è fondamentale.
D. Salvaguardia dell’ambiente e conservazione del patrimonio rispecchiano un’unica forma mentis?
M.R.R. Noi parliamo di sviluppo sostenibile, le parole vanno sempre congiunte. Ciò include ad esempio la valorizzazione dei siti introducendo la valorizzazione del turismo, fatta però in maniera sostenibile, attraverso un impatto non devastante che insieme alla prosperità permetta sostenibilità: che possa, cioè, essere un’eredità utile anche per le future generazioni.