BRESCIA – ETT S.p.A., azienda digitale e creativa internazionale, ha presentato al Museo Civico Archeologico di Desenzano del Garda il cortometraggio in Realtà Virtuale Antiche tracce. La vita in palafitta – Ancient paths. A stilts life story. Il corto, frutto di cinque mesi di produzione, ambientato nel Parco Archeo Natura di Fiavé, ricostruisce la vita di una delle comunità agricole più antiche d’Europa, vissute tra il 3.800 a.C. e il 1.500 a.C..
Un progetto innovativo per la valorizzazione dei siti Unesco
Il cortometraggio fa parte del progetto “Le palafitte UNESCO”, promosso dal Comune di Desenzano del Garda e finanziato dal Ministero del Turismo. Questo progetto coinvolge otto comuni del nord Italia appartenenti al circuito dei siti palafitticoli, tra cui Fiavé, Ledro e Polcenigo, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare questi importanti siti UNESCO. Ogni scena del corto dura circa un minuto e viene ripresa a 360 gradi per garantire un’esperienza di totale immersione.
L’esperienza immersiva al Rovereto Archeologia Memoria Film Festival
Il corto sarà protagonista del Rovereto Archeologia Memoria Film Festival dal 2 al 6 ottobre 2024, presso il Museo di Scienze e Archeologia di Rovereto. Il festival sarà l’occasione per esplorare nuovi orizzonti tecnologici, attraverso l’integrazione di installazioni multimediali e sperimentazioni con la realtà virtuale.
Il valore delle nuove tecnologie secondo ETT
Giovanni Verreschi, Amministratore Delegato di ETT, ha sottolineato l’importanza delle nuove tecnologie per la ricostruzione storica: “È difficile immaginare come fosse la vita migliaia di anni fa, ma con la realtà virtuale abbiamo la grande opportunità di ricostruire un passato lontanissimo per immergerci in una dimensione senza tempo. Implementare e sfruttare le nuove tecnologie per ingaggiare le persone e creare nuove modalità di fruizione di contenuti culturali, con un sapiente mix di tecniche molto raffinate di ripresa, è il nuovo orizzonte di produzione in VR che ETT sta perseguendo, attraverso progetti innovativi come quello di Fiavé. Si tratta di un linguaggio completamente nuovo, basato su rigorose premesse storiografiche, che gli attrattori culturali possono mettere a servizio dei loro contenuti per raggiungere e coinvolgere il pubblico”.
La narrazione e l’uso della VR
Il corto segue la protagonista attraverso scene di vita quotidiana, dalla pesca alla costruzione delle palafitte. La narrazione si sviluppa senza dialoghi, lasciando spazio ai gesti e al linguaggio non verbale. Le riprese sono effettuate con una multicamera, offrendo più punti di vista, mentre la post-produzione ad altissima definizione in CGI ricostruisce e corregge anche i minimi dettagli, come edifici o strade, attraverso algoritmi di intelligenza artificiale. Questa combinazione dà vita a una narrazione visiva potente e coinvolgente.
Colonna sonora e sound design innovativo
La colonna sonora, elemento chiave del corto, utilizza un sound design contemporaneo per creare un contrasto con l’ambientazione preistorica. Suoni di flauti si intrecciano con ritmi avanguardistici. Il risultato è un cortometraggio che supera le classiche narrazioni documentaristiche, per un’esperienza di intrattenimento immersiva e innovativa.
Al termine del cortometraggio, una mappa mostra i siti archeologici UNESCO e fornisce accesso a contenuti aggiuntivi in CGI, con oggetti ricostruiti in dettaglio per ogni Comune coinvolto nel progetto. Oltre alla versione in realtà virtuale, è stata creata anche una versione tradizionale del corto, con lo stesso montaggio e colonna sonora, per una fruizione più classica ma altrettanto coinvolgente. Il progetto ha visto la collaborazione di Greif Production e il coinvolgimento di attori e maestranze locali.
“La scelta creativa – ha spiegato il regista Federico Basso – è stata molto ambiziosa: sono state ricostruite in un set dal vero alcuni quadri di vita quotidiana nel neolitico, sfruttando pienamente le componenti fiction/scripted ed è stata applicata la prassi produttiva mutuata dal mondo del cinema anche per le riprese in VR, successivamente trattate in CGI”.
“La combinazione di rigorose ricostruzioni storiche e l’uso di tecnologie all’avanguardia – ha aggiunto Claudia Mangani, Curatrice Museale – permette di restituire al pubblico un’immagine vivida e coinvolgente della vita quotidiana delle popolazioni preistoriche che abitarono i villaggi palafitticoli. Ogni dettaglio, dai gesti quotidiani alla costruzione delle palafitte, è stato curato per offrire un’esperienza immersiva che collega passato e presente. Grazie a questa tecnologia, riusciamo a coinvolgere un pubblico più ampio, anche quello meno avvezzo alla fruizione dei contenuti museali tradizionali, rendendo la storia accessibile e affascinante per tutti. Credo fermamente che questo progetto rappresenti un importante passo avanti nella valorizzazione del nostro patrimonio culturale”.