VENEZIA – Tra il 1953 e il 1960, Carlo Scarpa intervenne due volte negli spazi del Museo Correr, dando vita a una delle più lucide esperienze di museografia italiana del secondo dopoguerra. Oggi quella doppia operazione, compiuta a distanza di sette anni, diventa oggetto di studio critico, censimento e rilettura grazie alla mostra Il Correr di Carlo Scarpa 1953–1960, a cura di Chiara Squarcina e Andrea Bellieni che, nel cuore delle Procuratie Nuove riporta l’attenzione su uno dei momenti fondanti della storia espositiva veneziana del Novecento.
Allestita al secondo piano del museo, nella Quadreria – Sala delle Quattro Porte, l’esposizione ricostruisce l’ingegno compositivo e costruttivo di Scarpa e, insieme, introduce una riflessione sul futuro del museo, in vista dei prossimi interventi di restauro e riallestimento al primo e secondo piano. Un’occasione per osservare da vicino la tenuta storica degli elementi originali scarpiani, molti dei quali ancora miracolosamente intatti, e per riflettere sul valore filologico del restauro applicato all’architettura museografica.
Fotografie, arredi, materiali: un laboratorio veneziano di forme e pensiero
Attraverso immagini d’epoca provenienti dall’Archivio Fotografico MUVE, materiali originali e celebri elementi di arredo – tra cui le raffinate teche, i supporti, gli snodi e l’iconico “cavalletto” – la mostra ricompone il vocabolario progettuale di Scarpa al Correr. Un sistema coerente, fondato su una profonda comprensione dell’opera d’arte e del suo spazio vitale, dove forma e funzione si fondono in una dimensione quasi artigianale, priva di ridondanze.
In questi dispositivi museali – vere e proprie architetture in miniatura – la materia assume dignità poetica: il legno, il vetro, il metallo dialogano tra loro secondo proporzioni studiate, esaltando il gesto dell’artigiano e la raffinatezza di un design che è anche narrazione. Si tratta di oggetti progettati con un’estrema attenzione alla relazione con la luce, alla postura dell’osservatore, alla possibilità di una nuova fruizione sensibile dell’arte.
Un doppio intervento, una stessa filosofia museografica
Il primo allestimento, risalente al 1953, riguardava le sale al primo piano dedicate alla storia veneziana. Scarpa vi intervenne con un registro asciutto, misurato, ma profondamente incisivo: alcune teche contenevano le toghe dei senatori, altre affiancavano ai ritratti ufficiali scudi ottomani o stendardi militari su fondi in tessuto grezzo. Ogni scelta era calibrata per ottenere un effetto di risonanza tra oggetto e spazio, tra significato e cornice.
Il secondo progetto, del 1959–60, interessò la Quadreria, dove Scarpa trovò maggiore libertà espressiva. Le sale vennero trattate con calce rasata, mentre la luce – naturale o filtrata da veneziane industriali – divenne elemento compositivo. Il “cavalletto”, introdotto in quegli anni, rivoluzionò la percezione dei dipinti: le opere venivano ruotate rispetto alle pareti e rese vive da un’illuminazione che dialogava con la loro stessa struttura interna. Esemplari, in tal senso, le scelte espositive per la Pietà di Cosmè Tura, le Due dame veneziane di Carpaccio o il Cristo morto sostenuto dagli angeli di Antonello da Messina, immerso in una saletta rivestita in travertino dove la luce sembrava emanare dal quadro stesso.
Un progetto per il futuro della museografia veneziana
Il Correr di Carlo Scarpa si configura come una ricognizione analitica e allo stesso tempo come una piattaforma di confronto per l’evoluzione del museo contemporaneo. Recuperare la precisione intellettuale, la raffinatezza dei dettagli e l’attenzione al contesto che caratterizzano il metodo scarpiano significa ripensare, con strumenti critici adeguati, il modo stesso in cui oggi si può – e si deve – progettare l’esperienza museale.
Vademecum
Museo Correr
San Marco 52,
30124 Venezia
Aperto tutti i giorni
Dal 01 aprile al 31 ottobre: 10.00 – 18.00 (ultimo ingresso ore 17.00)
Dal 01 novembre al 31 marzo: 10.00 – 17.00 (ultimo ingresso ore 16.00)
SPECIALI APERTURE SERALI
Dal 01 maggio al 30 settembre 2025, ogni venerdì e sabato apertura fino alle 23.00 (ultimo ingresso ore 22.00)
Visita il Museo Correr