BOLOGNA – Torna in Italia dalla National Gallery di Londra, il Ritratto di Giulio II di Raffaello in occasione della mostra “Giulio II e Raffaello. Una nuova stagione del Rinascimento a Bologna”, ospitata alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, dall’8 ottobre 2022 al 5 febbraio 2023.
Si tratta di un evento eccezionale. L’opera, che sarà il clou della mostra bolognese curata da Daniele Benati, Maria Luisa Pacelli e Elena Rossoni, è stata concessa dall’Istituzione britannica al museo bolognese, a seguito del prestito del dipinto “Estasi di Santa Cecilia”, sempre del maestro urbinate, per una esposizione londinese di grande successo.
Il celeberrimo ritratto commissionato da Papa della Rovere a Raffaello
Il Ritratto di Giulio II è un dipinto a olio su tavola (108,7×80 cm) realizzato a Roma da Raffaello intorno al 1511-1512. Oltre alla versione conservata alla National Gallery di Londra, se ne conoscono diverse copie, alcune anonime, altre di importanti artisti come quella attribuita a Tiziano, conservata alla Galleria Palatina di Firenze. Si tratta di esemplari che testimoniano l’interesse per il personaggio effigiato e per il modello interpretativo raffaellesco, che rimane dominante nella ritrattistica dei papi per la gran parte degli artisti nei secoli successivi.
“A colpire nel ritratto – sottolinea Maria Luisa Pacelli, Direttrice della Pinacoteca Nazionale e co-curatrice della mostra bolognese – è l’interpretazione che l’Urbinate propone del Pontefice e l’attenzione alla sua psicologia. Si tratta di un modello compositivo che rompe con la tradizione: qui Raffaello coglie Giulio II a mezza figura, un po’ curvo e girato verso destra, presente, sebbene assorto e affatto ieratico. Il Papa sembra essere perfettamente a suo agio tra i simboli della sua funzione, ma come distaccato da essi. Un uomo di Dio e di potere, ma perfettamente conscio delle difficoltà del suo regno terreno. Non dimentichiamo, infine, che la figura di Giulio II ebbe grande impatto sulla società e sull’arte bolognese, mentre l’influenza dell’opera di Raffaello lasciò un segno assai duraturo sugli artisti cittadini”.
Dalla Galleria Borghese di Roma alla National Gallery di Londra
Vasari e Lomazzo parlano di un ritratto del Papa realizzato da Raffaello presente nella basilica di Santa Maria del Popolo a Roma. L’opera, passata nella collezione Borghese nel 1608, era stata in seguito venduta all’imperatore Rodolfo II e da allora se ne erano perse le tracce.
Nel 1976 uno studioso della National Gallery di Londra sciolse l’enigma del dipinto, che era stato acquistato nel 1824 dal museo e che si trovava in Inghilterra dalla fine del Settecento. Fu ritrovato infatti sulla tavola un numero d’inventario, il 118, che si scoprì corrispondere con quello della Galleria di Scipione Borghese al 1693.
Le analisi scientifiche hanno poi confermato l’autografia raffaellesca e un restauro ha restituito la qualità pittorica dell’opera, fino ad allora nascosta sotto strati di vernice ingiallita.