FIRENZE – Il sedicente artista ceco Pisvejc Vaclav, venerdì 11 marzo, intorno alle 20.00, ha dato fuoco al drappo nero che in questi giorni ricopriva la copia del David di Michelangelo, sull’arengario di Palazzo Vecchio in piazza della Signoria. Doveva essere un gesto di solidarietà all’Ucraina, ma il risultato dell’insano blitz ha provocato un danno di 15mila euro, causando l’annerimento di un’ampia parte della superficie della scultura.
Immediato è stato l’intervento di una guardia giurata in servizio alla Loggia dei Lanzi e di un agente della polizia municipale che l’hanno bloccato. Le fiamme sono state spente da altri agenti con gli estintori in dotazione nelle auto di servizio; sul posto poi sono arrivati anche i vigili del fuoco. Vaclav è stato arrestato per incendio doloso e, d’accordo con il pubblico ministero di turno, è stato portato nel carcere di Sollicciano.
Nella mattinata di sabato 12 marzo è stato eseguito un sopralluogo da parte dei tecnici delle Belle arti del Comune e dei restauratori. In poche ore sono stati tolti i residui carboniosi della combustione non coerenti con la statua del David, realizzata nel 1910 da Luigi Arrighetti. Tuttavia è rimasta una patina scura derivante principalmente dal fumo (soprattutto su spalle e testa) che dovrà essere tolta con particolari solventi. I lavori di pulitura andranno avanti per una settimana.
Un restauro completo del David, insieme a quello degli altri gruppi scultorei della piazza, era previsto nelle prossime settimane grazie al finanziamento della maison Ferragamo tramite Art bonus.
I precedenti blitz di Vaclav
Questo di Vaclav è stato solo l’ultimo gesto compiuto. Infatti, martedì scorso aveva già effettuato un blitz durato meno di due minuti, durante il quale aveva dipinto con i colori della bandiera ucraina il leone rampante dell’artista Francesco Vezzoli, collocato sempre in piazza Signoria. Il giorno prima, in via della Vigna Nuova, l’imbrattatore aveva sostituito un cartello stradale di divieto di accesso con un altro dove sulla striscia centrale aveva scritto “Putin”.

Nel settembre del 2021 aveva sfregiato l’installazione “Albero del Paradiso” di Giuseppe Penone, sempre in piazza della Signoria, con una scritta sulla base dell’opera. In precedenza, nella stessa Piazza, aveva imbrattato con vernice rossa la scultura dell’artista Urs Fischer; aveva tappezzato di dollari le facciate dell’ex convento di Sant’Orsola; era salito sul parapetto della terrazza degli Uffizi minacciando di gettarsi nel vuoto; aveva colpito con un quadro in testa l’artista Marina Abramovic.