MILANO – Dal 4 febbraio al 5 marzo 2022, Gió Marconi a Milano ospita Viaggio in Italia, una mostra dedicata a Emilio Tadini a vent’anni dalla sua scomparsa.
Apparentemente semplice e immediata, l’arte di Tadini offre in realtà diversi livelli di lettura. Se a primo acchito le immagini trovano riferimenti nel linguaggio Pop, l’interesse dell’artista per l’inconscio e l’irrazionale lo ha indotto a rappresentare scene di frammentazione e alienazione che ricordano il Surrealismo, con riferimenti tanto alla Metafisica di de Chirico quanto alla psicanalisi di Lacan e Freud. Nasceva così il suo Realismo Integrale.

L’approccio seriale alla pittura
Tadini ha sempre avuto un approccio seriale alla pittura: da un’immagine ne scaturiscono altre, per progressive modificazioni e alterazioni. Ogni volta l’artista produce un racconto, tanto che la sua pittura cresce a cicli, come una serie di romanzi a puntate, in cui le leggi di spazio e tempo e quelle della gravità sono totalmente annullate.
Onnipresenti nella serie Viaggio in Italia sono le figure solitarie e senza testa, già protagoniste di alcuni suoi primi cicli di lavori, come L’uomo dell’organizzazione (1968) o Vita di Voltaire (1967). Le creature di Tadini sono costituite da corpi, movimenti e gesti ma non hanno né volti né teste: ricordando il teatro epico di Brecht, aggiungono un effetto di alienazione delle sue opere.
Le similitudini con il diario di viaggio di Johann Wolfgang Goethe
Per un intellettuale come Tadini sembra quasi impossibile guardare Viaggio in Italia senza pensare all’omonimo diario di viaggio di Johann Wolfgang Goethe, in cui l’autore descrive il suo soggiorno italiano dal settembre 1786 al maggio 1788.
Una notevole somiglianza tra i due Viaggi in Italia è che Goethe, così come Tadini, fa molto affidamento sulle immagini autoprodotte e sui propri repertori visivi: mentre visita l’Italia, Goethe disegna e produce numerosi acquerelli, mentre Tadini per i suoi quadri si rifà a una miriade di immagini fotografiche che ha scattato e archiviato ordinatamente. I disegni preparatori e le fotografie sono i primi riferimenti di ciò che alla fine sarà tradotto in testo e su tela.
Nel suo diario, Goethe è stato particolarmente attento all’architettura antica italiana, alla geografia, geologia e botanica della penisola, e ha riportato molteplici osservazioni mineralogiche. Tadini sembra rispecchiare quell’interesse nelle sue rappresentazioni ricorrenti di forme architettoniche, cilindri, cubi e piramidi di diversi tipi di marmi e rocce.
Emilio Tadini Viaggio in Italia, 1971 Acrylic on canvas 145.5 x 114 x 2.5 cm
Courtesy: Gió Marconi, Milan
Emilio Tadini Viaggio in Italia, 1972 Acrylic on canvas 100 x 81 x 2.5 cm
Courtesy: Gió Marconi, Milan
L’utilizzo di motivi ricorrenti
Tadini nelle sue opere utilizza motivi ricorrenti: un elemento piramidale a strisce bianche e nere, una figura femminile in piedi senza testa, un telefono, un cappello coloniale o un rossetto rosso. Attraverso la scelta degli oggetti rende il suo viaggio più concreto. Il suo viaggio italiano riguarda la vita quotidiana contemporanea, come suggeriscono il telefono, le lettere (ci)nema, gli eleganti abiti femminili, i vari oggetti di design o la scultura di Calder.
Pur includendo riferimenti all’antichità, Viaggio in Italia di Tadini tocca anche i campi del design, dell’arte, della cultura, della moda e dello stile. La sua visione italiana unisce il passato con la modernità.
In occasione della mostra, sarà presentata la nuova pubblicazione Emilio Tadini. La realtà dell’immagine 1968-1972 di Francesco Guzzetti, edita da Fondazione Marconi / Mousse Publishing in collaborazione con l’Archivio Emilio Tadini.
Vademecum
Emilio TADINI
GióMARCONI
Via Tadino, 20 – Milano
Viaggio in Italia
Inaugurazione: giovedì 3 febbraio 2022
4 febbraio – 5 marzo 2022
martedì –sabato; 11-19