Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi ha annunciato che Banca Ifis finanzierà il restauro dell’opera dell’artista inglese che si sta velocemente deteriorando. Accendendo il dibattito sugli interventi conservativi nell’arte contemporanea e in particolare nella street art
«Sarà la Banca Ifis, legata alla famiglia Agnelli e con una vocazione legata alla Biennale, a finanziare i lavori di restauro e di messa in sicurezza di Il Bambino migrante, il murales che Banksy ha realizzato a Venezia nel maggio 2019». Lo ha annunciato il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi alla conferenza stampa dove sono stati presentati i dettagli sull’operazione di restauro dell’opera di street art che l’ artista britannico ha dipinto su una parete nelle vicinanze di Campo San Pantalon, nel Sestiere Dorsoduro a Venezia, nella notte tra l’8 e il 9 maggio 2019.

Nel corso della conferenza stampa che si è tenuta a Roma nella sede del Ministero della Cultura, il sottosegretario ha riunito Pietro Folena, presidente di MetaMorfosi, Ernesto Fürstenberg Fassio, Presidente della Banca Ifis, Fabrizio Magani, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Venezia e Laguna, Jacopo Molina, avvocato rappresentante la proprietà dell’immobile su cui è raffigurata l’opera, Angelo Piero Cappello, Direttore generale Creatività Contemporanea, per un confronto sull’intervento previsto sull’opera di Banksy e, più in generale, sui restauri nel mondo dell’arte contemporanea. «A segnalarmi la fragilità del murales – ha esordito Sgarbi – sono stati il sindaco di Venezia e il presidente della Regione Veneto. Mi sono attivato subito e ho ottenuto la disponibilità di una banca che coprirà le spese. Non ci interessa se l’opera abbia o no più di settant’anni, né se l’autore sia vivo e neppure se ci dia il consenso al restauro, dal momento che, tra l’altro, il murales è stato realizzato ‘illegalmente’. Mi assumo io la responsabilità dell’intervento avendo la delega sull’arte contemporanea, ed è mio compito tutelarla». Riguardo alla decisione di Banca Ifis di sostenere l’intervento Ernesto Fürstenberg Fassio ha invece sottolineato «la banca che rappresento ha sede a Venezia e l’opera di Banksy è pubblica, di tutti; ecco perché l’intervento di conservazione e restauro del murale e della facciata che lo ospita diventa ancora più importante; abbiamo la responsabilità, nel collaborare con istituzioni pubbliche e private, di conservare l’arte e la cultura a Venezia».

Umidità, salsedine e anche il fenomeno dell’acqua alta che periodicamente colpisce Venezia e i suoi edifici, stanno logorando molto velocemente l’opera dell’artista inglese. Ma la necessità di intervenire per salvaguardare l’intervento, che attira l’attenzione di tutti i turisti che attraversano Dorsoduro proprio per il posizionamento ben visibile da uno dei ponticelli del Sestriere, ha aperto la strada a molte polemiche e a posizioni contrastanti.
Chiamato ad intervenire sull’argomento Pietro Folena, presidente di MetaMorfosi molto attiva nella produzione e organizzazione di mostre dedicate all’artista inglese, ha sottolineato che «questa è un’opera d’arte ed è indispensabile salvarla». Ricordando che «c’è un pizzaiolo a Napoli che ha coperto con un vetro e messo in sicurezza un piccolo murales realizzato da Banksy alcuni anni fa accanto alla sua pizzeria in modo che tutti possano vederlo», Folena ha spiegato come nell’organizzazione di mostre su Banksy in questi anni MetaMorfosi ha scelto di presentare questo artista «esattamente come se fosse un artista del Rinascimento, un grande artista del passato». Folena ha inoltre sottolineato la presenza di tre muri dipinti da Banksy nella mostra attualmente in corso alla Villa Reale di Monza. «Noi facciamo con i muri esattamente quello che abbiamo fatto con altre opere uniche e con altre opere multiple di Banks. Li abbiamo affittati poi con un trasporto eccezionale dal nord dell’Inghilterra hanno attraversato la Manica, si sono fermati in Svizzera e infine sono arrivati a Monza», annunciando anche una nuova mostra che include i tre muri di Banksy ora a Monza, all’inizio del prossimo anno. «Proprio in queste ore abbiamo definito un accordo – ha detto – con l’M9 il museo del 900 di Mestre dove saranno esposti da febbraio del 2024 fino a giugno del 2024 insieme a moltissime altre opere in una mostra curata da Sabina De Gregori».
Riguardo al muro veneziano Folena ha voluto sottolineare infine «Questi muri che abbiamo in mostra non sono stati staccati come si è fatto nel passato con gli affreschi poi rimontati su altri supporti. In questo caso è stato segato l’intero muro e con un peso notevolissimo, intorno alle 6 tonnellate e mezzo per quello che riguarda il Season Greatings. Nel caso del muro veneziano è evidente che è difficile immaginare di segare l’intero muro, mentre sarebbe necessaria un’operazione di distacco. Ma io auspico che in futuro queste opere di Banksy possono essere distaccate e in qualche modo musealizzate e messe a disposizione del pubblico o nella sede dove si trovano o in altre sedi espositive».