ROMA – La notte del 12 agosto, davanti alla sede del CONI di viale Tiziano 70 a Roma, è apparsa una nuova opera della street artist Laika, intitolata “Italianità”. Il murale raffigura Paola Egonu, campionessa della nazionale italiana di pallavolo e neo campionessa olimpica, mentre schiaccia un pallone su cui era impressa la scritta: “Stop razzismo, odio, xenofobia, ignoranza”.
Famosa per le sue opere di street art cariche di significato sociale, Laika ha dichiarato che questa vittoria sportiva rappresenta uno schiaffo a coloro che non accettano un’Italia multietnica e che si oppongono allo ius soli. L’artista si è scagliata contro il Generale Vannacci, sottolineando come lo sport possa essere un potente veicolo per combattere il razzismo e promuovere l’inclusività. L’opera era dedicata a tutti gli italiani non riconosciuti come tali dallo stato, un omaggio alle atlete come Paola Egonu, Myriam Sylla ed Ekaterina Antropova, che rappresentano con orgoglio l’Italia nel mondo.
L’atto di vandalismo
Purtroppo, il murale ha avuto vita breve. Nella notte successiva alla sua realizzazione, l’opera è stata vandalizzata: il volto di Paola Egonu è stato oscurato e il colore della sua pelle alterato. Un gesto vile che ha immediatamente suscitato indignazione.
La stessa Laika ha denunciato l’accaduto sui social, definendo il razzismo un “cancro brutto da cui l’Italia deve guarire”. Tuttavia, la reazione della comunità non si è fatta attendere: un passante, armato di pennarello nero, ha ridipinto il murale, riportandolo al suo colore originale e ripristinando il messaggio “Stop Racism”.
Le reazioni del mondo istituzionale e sportivo
Le reazioni di condanna sono arrivate da più parti. Il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, ha sottolineato “i campioni come Egonu si onorano, non si imbrattano”, mentre il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha definito l’atto un “vile insulto a una grande italiana”. Anche il capitano della nazionale maschile di pallavolo, Simone Giannelli, ha espresso il suo sdegno, dichiarando che chi ha compiuto questo gesto non merita di essere chiamato persona.
Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale toscano, ha proposto che il murale venga replicato in tutta Italia, come simbolo di resistenza contro l’odio e la discriminazione. Secondo Mazzeo, il murale dipinto di rosa per nascondere l’immagine di Paola Egonu rappresenta un atto vile che testimonia quanto ancora sia radicato il razzismo nella nostra società.
Ha inoltre evidenziato come molte persone neghino l’esistenza del razzismo in Italia, nonostante le denunce di personalità autorevoli come Fiona May. Mazzeo ha concluso sottolineando l’importanza di affrontare questa realtà con coraggio e di non lasciare impunito un gesto che deve diventare, piuttosto, un simbolo di lotta contro ogni forma di odio.