MILANO – Presso la sala delle Accademie della Veneranda Biblioteca Ambrosiana si è tenuta la presentazione di “Arabic Manuscripts in the Veneranda Biblioteca Ambrosiana: the digital collection”, un progetto ambizioso che apre nuove prospettive di accessibilità e studio per un patrimonio di inestimabile valore.
All’evento sono intervenuti mons. Marco Maria Navoni, Prefetto della Biblioteca Ambrosiana, mons. Francesco Braschi, Viceprefetto, Francesca Caruso, assessore alla Cultura della Regione Lombardia, Fabio Cusimano, Responsabile della Catalogazione e del D.A.M. della Biblioteca, e Stephan Tratter, co-fondatore della TREVENTUS Mechatronics GmbH. La moderazione è stata affidata a mons. Federico Gallo, Direttore della Biblioteca Ambrosiana.

Un progetto innovativo per la valorizzazione del patrimonio arabo
Grazie al sostegno della Regione Lombardia, il progetto prevede la digitalizzazione di oltre mille manoscritti arabi, con una prima sezione di 250 manoscritti e 96.000 pagine già accessibili online.
La piattaforma utilizzata è il “Nainuwa” DLMS (Digital Library Management System), sviluppato da TREVENTUS Mechatronics GmbH di Vienna. Questo sistema innovativo integra lo standard IIIF (International Image Interoperability Framework) e avanzate funzionalità di intelligenza artificiale per il riconoscimento del testo (HTR: Handwritten Text Recognition), l’analisi del layout del manoscritto e la ricerca avanzata di testi e immagini. Grazie a queste tecnologie, la Biblioteca Ambrosiana amplia l’accessibilità di una collezione unica, permettendo una fruizione approfondita dei documenti.

Un dialogo culturale lungo quattro secoli
Mons. Francesco Braschi, Viceprefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana e direttore Direttore delle Classi Slavica, Africana e Orientalis dell’Accademia Ambrosiana, ha sottolineato come il progetto rappresenti una naturale evoluzione della missione dell’Ambrosiana, fondata nel 1609 dal Cardinale Federico Borromeo. Fin dalla sua istituzione, la Biblioteca ha riservato grande attenzione alla cultura araba, promuovendo il dialogo con il mondo orientale e cristiano-arabo.
Nel 1632, questa vocazione si tradusse nella pubblicazione del vocabolario latino-arabo compilato da Antonio Giggi, uno dei primi Dottori della Biblioteca. Oggi, con la digitalizzazione, si prosegue su questa strada, offrendo uno strumento all’avanguardia per lo studio e la ricerca, rendendo accessibili manoscritti che per secoli sono stati patrimonio esclusivo di studiosi e ricercatori.

Un tesoro di manoscritti tra Oriente e Occidente
La Veneranda Biblioteca Ambrosiana conserva una raccolta straordinaria, con circa un milione di volumi a stampa e trentacinquemila manoscritti, tra cui una delle più preziose collezioni di manoscritti arabi del mondo occidentale.

Questi testi provengono da città come Istanbul, Damasco, Baghdad, Gerusalemme e Il Cairo, e rappresentano un mosaico di tradizioni culturali, dall’Egitto ottomano alla cultura irachena e persiana. Tra gli esemplari più prestigiosi vi sono:
- Un antichissimo Corano su pergamena in scrittura cufica dell’VIII-IX secolo, decorato con miniature in oro.
- Una rara copia manoscritta della traduzione araba dei quattro Vangeli, realizzata nel 1280 presso il monastero di Sant’Antonio.
A partire dal 5 marzo, chiunque potrà consultare le immagini dei manoscritti, accompagnate dalla trascrizione del testo in lingua araba, al seguente indirizzo.
Veneranda Biblioteca Ambrosiana
ORARI: Da lunedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso 17.30). Mercoledì chiuso.
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: www.ambrosiana.it