TORINO – Tre cicli pittorici: L’Abri Tranquille (Il Rifugio Tranquillo, 1990-1996), Au Sanctuaire (Al Santuario, 1997-2000) e Après les larmes (Dopo le lacrime, 1999-2002), realizzati da Brigitte Aubignac in più di dieci anni, tra il 1990 e il 2002, ognuno rivolto a un diverso capitolo della vita di Maria Maddalena, sono presentati nella mostra “Maddalena”, a cura di Dominique Stella, alla Galleria Gliacrobati di Torino (via Ornato 4), dal 20 ottobre 2022 al 21 gennaio 2023.
Maddalena e la sua contemporaneità
Quella di Maria Maddalena è una storia di rivelazione, pentimento, di forza e di coraggio, ma soprattutto di amore. La Maddalena è l’Amore con la A maiuscola – sostiene Brigitte Aubignac – è moderna, si è data all’Amore prima di ogni altra cosa. E per questo è stata capace di sconvolgere e infiammare l’immaginario di numerosi artisti e scrittori passati e presenti, da Rubens a Petrarca, da Van Dyck a Marguerite Yourcenar.
Simbolo di devozione e sapienza – come prescelta da Gesù – ma anche di peccato e spudoratezza – per i suoi trascorsi da cortigiana e l’attitudine reazionaria -, Maria Maddalena è la seconda donna di spicco nella Bibbia, e in assoluto la più contemporanea.

Un messaggio universale, un inno alla vita quello di Aubignac
Brigitte Aubignac rimane folgorata dalla figura della Maddalena nel 1990 in seguito a una visita alla Chiesa della Santa Trinità di Firenze, sede della scultura lignea di Desiderio da Settignano e Benedetto da Maiano, che ritrae la Santa in un corpo anziano, straziato dal tempo, un incontro che la pittrice ha definito scioccante e che ha stravolto il suo sguardo artistico negli anni a seguire. Caratteristica del ciclo tematico su Maria Maddalena è l’atmosfera enigmatica e inquietante, in penombra, valorizzata dalla tecnica pittorica propria dell’artista in semi-tinte e chiaroscuro, in cui prevale una tonalità verde e in cui i personaggi sono tratteggiati come schizzi. Emerge così dai quadri una realtà elementare, immediata: attraverso la storia di Maddalena, Aubignac ci consegna un messaggio universale, un inno alla vita.
I tre cicli
L’Abri Tranquille è una collezione di dodici oli su tela sui quali Aubignac imprime il racconto secondo cui Maria Maddalena, testimone privilegiata della Passione e Resurrezione di Cristo, sfugge alle persecuzioni di Erode per mezzo di una zattera di fortuna e approda in Provenza, dove vive oltre trent’anni di solitudine nella grotta di Sainte-Baume.
L’artista si dedica poi alle sedici tele (18×23 cm) che compongono il ciclo Au Sanctuaire, frutto della lettura di un testo di Grégoire de Tours, nel quale è citata la presenza di un sepolcro di Maria Maddalena nell’antica città di Efeso, in Turchia, “senza tetto sopra di lei”. Una suggestione che scatena in Brigitte Aubignac l’urgenza di costruirle un nido, un santuario in cui poterle rendere grazie, e che presentato nel 2005 nella Galleria Xin Dong Cheng – Tempio dell’Intelligenza di Pechino, le è valso la censura del governo cinese.
Conclude la trilogia Après les larmes, serie di quindici dittici (28×18 cm) che ritraggono donne e uomini comuni impegnati nell’intimità del quotidiano. Ciascuna scena è sviluppata in due tempi (per esempio, un personaggio sogna e l’oggetto del suo sogno si proietta sul secondo pannello del dittico in cui si materializza il suo pensiero) e nasconde un codice, una frase, che si rivela dall’accostamento dei titoli delle singole tavole, offrendone la chiave di lettura. Un tributo alla lezione di umiltà impartita da Maria Maddalena, che esorta ad abbandonare il superfluo per riscoprire la superiorità delle cose semplici. Valori filosofici piuttosto che religiosi.