ROMA – Grazie al prezioso sostegno di Bulgari, è stata riaperta il 20 giugno l’Area sacra di Largo Argentina a Roma. Un nuovo percorso su passerella, per la prima volta, permette di apprezzare a distanza ravvicinata e in modo sistematico tutte le strutture comprese nell’area.
Un’area inclusiva e accessibile a tutti
Da via di San Nicola de’ Cesarini, dunque il visitatore ha ora la possibilità di scendere e visitare l’area archeologica grazie a un percorso completamente privo di barriere architettoniche.
Una piattaforma elevatrice consente, infatti, l’accesso anche alle persone con mobilità ridotta, mentre all’interno sono stati eliminati tutti i dislivelli e salti di quota, rendendo agevole la visita anche in sedia a rotelle o con passeggini.
Per le persone ipovedenti e non vedenti sono stati realizzati anche due grandi pannelli tattili, in italiano, inglese e braille, con le indicazioni relative all’interno complesso e ai singoli monumenti.
È stata infine realizzata una nuova illuminazione, sia per la passerella che per gli espositori allestiti nello spazio museale. A livello stradale è stato illuminato il portico della Torre del Papito.
Uno dei siti archeologici più importanti
“Restituiamo al mondo uno dei siti archeologici più importanti della città” – ha commentato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri – inaugurando l’apertura dell’area, insieme all’ad di Bulgari Jean-Christophe Babin, a Claudio Parisi Presicce, Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali e all’assessore alla cultura Miguel Gotor.
“Ai cittadini e ai turisti viene restituita un’area tra le più importanti e tra le poche che si conservano integre a Roma– ha sottolineato il sovrintendente Claudio Parisi Presicce – consentendo a tutti di ammirare uno spaccato di storia di oltre due millenni: dalla Roma repubblicana a quella degli imperatori, dal riutilizzo delle strutture come dimore di famiglie aristocratiche, chiese e monasteri fino alle demolizioni degli anni venti del ‘900″.
L’Area sacra venne riportata alla luce tra il 1926 e il 1929, in seguito ad alcuni lavori di demolizione per la costruzione di nuovi edifici. Nell’area sorgono quattro templi di età repubblicana, indicati con le prime lettere dell’alfabeto in assenza di una identificazione certa.
Il tempio C (inizi III sec. a.C.), dedicato probabilmente a Feronia; il tempio A (metà III sec. a.C.) in onore di Giuturna; il tempio D (inizi II sec. a.C.), dedicato alle Ninfe o ai Lari Permarini; e il tempio B (fine II sec. a.C.), dedicato alla Fortuna huiusce diei.
Come ricordato da Gualtieri, nella Curia, situata nel complesso dei Portici di Pompei “si consumò l’uccisione di Cesare, un elemento che rende ancora più unico questo luogo”.
Una dimostrazione di sinergia tra pubblico e privato
“Quest’area sacra per Bulgari – ha spiegato Babin, ad della maison – racchiude tutto ciò che la città ci ha regalato. Più di 24 secoli di arti e architettura che hanno ispirato i nostri orafi da 140 anni a creare una gioielleria diversa, forte di carattere, ricca di storia e segni che richiamano questa città. Questo sito ha il paradosso che da una parte è il più recente scavato, solo un secolo fa, ma anche il più vecchio perché risale a 2.400 anni fa”.
“Siamo orgogliosi di aver contribuito a rendere finalmente fruibile ai cittadini e ai turisti questo gioiello archeologico e architettonico – ha concluso Babin – preziosa testimonianza dell’affascinante sovrapposizione di epoche e stili, che rende la città eterna unica al mondo. Una nuova dimostrazione del lavoro tra pubblico e privato”.
“Il Campidoglio – ha rimarcato Gualtieri – ha tutta l’intenzione di proseguire la collaborazione con Bulgari “anche in altri luoghi e con questo metodo proficuo che ci mette nella condizione di offrire un’accessibilità a una città che riscopre la propria storia e lo fa modernizzandosi, cambiando e dotandosi delle forme di fruizione più avanzate”.