ROMA – La Procura di Roma, con il procuratore aggiunto Angelantonio Racanelli e il pm Nicola Maiorano, ha chiuso le indagini relative all’atto vandalico compiuto, lo scorso 5 ottobre 2022, da un turista statunitense di 65 anni, di origine egiziana, che gettò a terra due sculture ai Musei Vaticani. L’uomo è ora a rischio processo. Si legge infatti in una nota, che la Procura contesta al turista l’ipotesi di reato prevista dall’articolo 518 duodecies relativo al “deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici”. Si tratta di una norma a tutela del patrimonio culturale che prevede una condanna da due a cinque anni.
Il 65enne era stato bloccato e consegnato dalle autorità di sicurezza Vaticane a quelle italiane “secondo le disposizioni dell’ex art.22 del Trattato Lateranense”. Il turista, si legge nel capo di accusa contenuto nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, “distruggeva all’interno dei Musei Vaticani due busti in marmo facendoli cadere volontariamente a terra cagionando un rilevante danno, quantificato in 15mila euro”.
Nei mesi scorsi la stessa ipotesi di reato è stata contestata dalla Procura per altri danneggiamenti che hanno interessato alcuni fra i più famosi monumenti di Roma: dai tre turisti accusati di aver inciso il loro nome sul Colosseo all’ingegnere saudita che a bordo di una Maserati aveva danneggiato la scalinata di Trinità dei Monti alla turista americana bloccata dopo aver lanciato un monopattino dallo stesso monumento patrimonio dell’Unesco.