AGRIGENTO – I ritrovamenti avvenuti durante la seconda campagna di scavi della Scuola Normale Superiore di Pisa nell’ambito della convenzione con il Parco Archeologico diretto da Roberto Sciarratta, permettono di fare luce sulla fase arcaica del santuario urbano del Tempio D (o tempio di Hera Lacinia).
Lo scavo-scuola si è svolto dal 13 settembre all’8 ottobre 2021 e ha indagato due nuove aree e approfondito un settore già aperto lo scorso anno.
L’equipe è stata diretta da Gianfranco Adornato, professore di Archeologia e Storia dell’Arte Greca e Romana alla Scuola Normale, sotto la supervisione di Maria Concetta Parello, funzionaria archeologa del Parco.

“L’esperienza della Scuola Normale di Pisa alla Valle conferma la bontà degli indirizzi della politica culturale del Parco che crede fermamente nel fatto che la ricerca può crescere se alimentata dal confronto e dalla condivisione” – afferma il Direttore, Roberto Sciarratta.
“Lo scavo presso uno degli edifici sacri più iconici della Grecità rappresenta per i nostri studenti un’esperienza didattica e formativa unica – sottolinea Adornato –. Vorrei ricordare che il Parco e la Normale hanno finanziato nell’ambito di questo un assegno di ricerca per lo studio delle fonti antiquarie e archivistiche relative al tempio D: si tratta di un gesto esemplare che rafforza il dialogo, già stretto e fruttuoso, tra le nostre istituzioni”.
“I materiali ceramici rinvenuti confermano una frequentazione dell’area della Collina meridionale già all’indomani della fondazione di Agrigento (580 a.C. ca.). La straordinaria scoperta di elementi architettonici – prosegue Adornato – documenta la presenza di un edificio sacro arcaico non ancora individuato: si tratta della decorazione fittile del tetto di un tempio databile nella seconda metà del VI secolo a.C. Questo dato costituisce la prova che il Tempio D, costruito intorno alla metà del V secolo a.C., sostituì un precedente edificio di culto: alla fase arcaica del santuario dovrebbe risalire anche il muro occidentale, indagato per la prima volta, che costituiva il limite dell’area sacra. I numerosi ex-voto in terracotta e in bronzo, una eccezionale statuetta in pietra (un suonatore di strumento a corde), le ossa combuste e i resti di sacrifici portati alla luce confermano la destinazione sacra dell’area e forniscono preziose informazioni sui riti che vi si svolgevano”.
Di grande rilievo anche l’individuazione di strutture architettoniche a ridosso dell’area sacra che permettono di comprendere l’articolazione e la trasformazione del santuario in età tardo classica rispetto alle adiacenti mura di fortificazione. Dal settore si segnala l’eccezionale rinvenimento di un frammento in marmo di un avambraccio di una figura maschile o femminile, forse pertinente alla decorazione architettonica del tempio di età classica.
“Non possiamo che esprimere la più viva soddisfazione – conclude Anna Magnetto, direttrice del laboratorio SAET – per gli importanti risultati raggiunti già in queste prime campagne al Tempio D, frutto di una sinergia molto proficua con il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi. Il nostro ringraziamento come Laboratorio va anche al Direttore della Scuola Normale, Luigi Ambrosio, che non manca di dimostrare attenzione e fornire sostegno ai nostri progetti”.