ROMA – Dal 25 febbraio al 13 marzo 2022, Contemporary Cluster presenta a Palazzo Brancaccio a Roma la mostra Per Speculumin Aenigmate, che mette in dialogo i lavori pittorici di Aurel K. Basedow (Monaco di Baviera, 1963) con alcuni degli iconici pezzi di design del duo Draga & Aurel (studio di design multidisciplinare fondato a Como nel 2007), di cui lui fa parte.
Il titolo della mostra fa riferimento a un passo fondamentale della Prima Lettera ai Corinzi di San Paolo, un testo biblico sul quale è stato fondato il dogmatico credo cristiano riguardo l’impossibilità di qualsiasi sapere umano rispetto al divino e che viene mutato dagli artisti Draga Obradovic e Aurel K. Basedow nel suo aspetto più evocativo e poetico. Gli elementi dello specchio e dell’enigma si riferiscono infatti alla loro opera che vive sempre un perenne stato di sdoppiamento, una scissione nella quale si svela la sua simultanea natura di oggetto d’arredo e opera d’arte.
Draga & Aurel Ph. credit: Fabrizio Cicconi
Atelier di Draga & Aurel, Como.
Per questa mostra il duo realizza un percorso ibrido, che mostra in maniera esaustiva i risultati della loro produzione artistica, estesa da Aurel anche alla realizzazione di un ciclo di lavori pittorici.
I due danno vita, con la stessa ritmica di una partitura musicale, ad ambienti volutamente “cattedralici”, composti dall’alternanza cadenzata di elementi differenti: luci tubiformi, pale monocrome o sedute, collocate per evidenziare simmetrie spaziali o dischiudere eclettici agglomerati policromi in cui le grandi “tele”, entrano in contrappunto con una serie di tavoli puntiformi.
Aurel K. Basedow Untitled, 2021 Tecnica mista su pannello di legno. Olio, acrilico, mordenti, resina. 180 x 180 cm
Golia console, collezione Transparency Matters di Draga & Aurel Ph. credit: Federica Lissoni
L’ultima stanza accoglie la sola opera artistica di Aurel. Un momento intimo, una “pausa” nella quale si concentra su alcuni temi interiori, strettamente connessi all’attuale status pandemico; i concetti di paura o di costrizione si trasferiscono e si imprimono in una serie di carte dove pennellate magmatiche – acquose, ininterrotte e molto decise – camuffano senza nessun tentennamento gli aspetti peculiari di immagini fotografiche, tutte selezionate dall’archivio personale dell’artista.