URBINO – Verrà ufficialmente presentato il prossimo 15 giugno, a Palazzo Ducale D’Urbino l’intervento di restauro, durato circa sei mesi ed effettuato nei laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, della grande lunetta di Luca Della Robbia, raffigurante la Vergine col Bambino e i santi Domenico, Tommaso D’Aquino, Alberto Magno e Pietro martire.
Interverranno, oltre al Direttore della Galleria Nazionale delle Marche, Luigi Gallo, https://artemagazine.it/2022/04/18/torna-nella-galleria-nazionale-delle-marche-la-lunetta-restaurata-di-luca-della-robbia/Chiara Fornari e Shirin Afra, (funzionarie restauratrici dell’Opificio delle Pietre Dure) e il Cav. Gastone Bertozzini (Coordinatore Comitato Cultura Confindustria Pesaro-Urbino).
«Nel seicentesimo anniversario della nascita del Duca Federico – dice Gallo -, dopo un accurato intervento di restauro torniamo a esporre la lunetta di Luca della Robbia, preziosa testimonianza del primo importante cantiere rinascimentale di Urbino. Si vuole che proprio il portale della chiesa di S. Domenico, da cui proviene la lunetta, celi la prima committenza del Montefeltro: a lui, che guardò a Firenze come modello culturale, si deve il merito di aver poi trasformato Urbino in una capitale del Rinascimento».


Il restauro
La lunetta, commissionata da Maso di Bartolomeo per il Portale della Chiesa di San Domenico di Urbino, era lì rimasta fino all’inizio degli anni Ottanta del Novecento quando fu rimossa e ricoverata in Palazzo Ducale «onde evitare l’aggravarsi irreparabile di uno stato di degrado», come si legge nell’analisi che proprio i tecnici dell’istituto di restauro fiorentino stilarono allora durante l’intervento che comprese vari ritocchi pittorici e integrazioni di materiali.
A distanza di 40 anni, la lunetta robbiana ha avuto bisogno di un nuovo restauro, di cui si è fatto nuovamente carico l’Opificio delle Pietre Dure, con il supporto del Comitato Cultura della Confindustria di Pesaro e Urbino, presieduto dal Cav. Gastone Bertozzini, che ha messo a disposizione 10mila euro per l’intervento.


«Siamo intervenuti per evitare che lo smalto si staccasse dalla terracotta – afferma Laura Speranza, direttore del settore restauro materiali ceramici e plastici dell’istituto fiorentino – e quindi abbiamo consolidato alcune parti. Inoltre abbiamo realizzato un intervento estetico sulle parti in terracotta, adesso stuccate in bianco utilizzando materiali naturali, come la polvere di marmo. In più abbiamo rimosso il vecchio supporto ligneo, troppo sensibile alle variazioni climatiche, sostituendolo con uno nuovo, rimovibile in qualsiasi momento, in resina e ‘aereolam’, materiale inerte di notevole garanzia».
«Dopo una prima fase di messa in sicurezza propedeutica al trasporto – spiega Francesca Graziosi, restauratrice della Galleria Nazionale delle Marche – l’opera è stata smontata, imballata e portata presso i laboratori dell’Opificio delle Pietre dure di Firenze. In seguito ad alcune indagini preliminari è stato possibile individuare i materiali costitutivi e le cause del degrado che aveva interessato la superficie della lunetta. Successivamente l’opera è stata pulita e consolidata. In collaborazione la Galleria Nazionale delle Marche è stata avviata la progettazione della nuova struttura espositiva e avviata l’integrazione pittorica che è stata successivamente terminata nella Sala della Jole ad Urbino».
Vademecum
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