FIRENZE – Sono passati più di cinquant’anni dalla memorabile mostra di Henry Moore al Forte di Belvedere a Firenze e ora, finalmente, si avvera il sogno dell’artista britannico di vedere esposto permanentemente il suo Guerriero con scudo nella Terrazza di Saturno di Palazzo Vecchio.
La presentazione ufficiale della nuova collocazione del capolavoro di Moore è avvenuta durante una conferenza stampa alla presenza di diverse personalità, tra cui la vicesindaca e assessora alla cultura Alessia Bettini, il direttore del British Institute of Florence Simon Gammell, il direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti, la direttrice del Servizio Arte Contemporanea dell’Opificio delle Pietre Dure Renata Pintus e Stefano Filipponi, segretario generale dell’Opera di Santa Croce.
Il percorso dell’opera fino alla sua sede definitiva
La scultura, di proprietà del British Institute of Florence, ha attraversato molte fasi prima di trovare la sua sede definitiva. Dopo essere stata esposta per anni nel primo cortile di Santa Croce, trova ora la sua dimora ideale nella Terrazza di Saturno di Palazzo Vecchio, grazie alla collaborazione tra varie istituzioni e agli eredi dell’artista.
Le dichiarazioni
Il sindaco Dario Nardella ha sottolineato l’importanza di questo evento, affermando che il Guerriero di Moore continua a sorprendere e ad ispirare, mantenendo viva la connessione tra l’artista e la città di Firenze. Questo nuovo collocamento si inserisce perfettamente nella ricerca continua di congiunzione tra antico e contemporaneo che caratterizza la città da anni.
Alessia Bettini, vicesindaca e assessora alla Cultura, ha enfatizzato il legame artistico profondo tra l’opera di Moore e Firenze, definendo l’arrivo del Guerriero nella Terrazza di Saturno come un evento straordinario che completa un percorso segnato da vicissitudini e riposizionamenti.
Simon Gammell, direttore del British Institute of Florence, ha ribadito il ruolo significativo di Firenze nella vita e nell’opera di Moore, sottolineando il forte legame tra la città e l’artista.
Mentre Carlo Francini, Responsabile dell’Ufficio Firenze Patrimonio Mondiale e Rapporti con UNESCO, ha evidenziato il prestigio di Henry Moore “tra gli artisti più apprezzati dall’UNESCO”, tanto da essere “uno dei pochi scultori selezionati dal “Comitato per l’architettura e le opere d’arte” dell’UNESCO, in collaborazione con il Comitato dei consulenti artistici, per la decorazione artistica della sede permanente di Parigi, inaugurata nel 1958″. “In questo contesto – ha rammentato Francini – l’UNESCO commissionò a Henry Moore un’opera da collocare al centro della piazza antistante il nuovo edificio, la “Silhouette at Rest“, scultura alla quale Moore lavorò in Toscana per quasi un anno e che fu poi trasportata a Parigi“
Matteo Spanò, presidente di MUS.E, ha espresso la soddisfazione per il completamento di questo progetto che rappresenta un risultato importante nel panorama culturale della città.
“Finalmente – ha detto Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento – siamo riusciti a soddisfare il sogno di Moore grazie alla perfetta collaborazione tra tante istituzioni. Siamo ancora grati a Mary Moore per aver approvato questo itinerario, agli amici del British Institute of Florence, a Sebastiano Barassi della Henry Moore Foundation e un vivo ringraziamento a tutta l’équipe dell’Opificio delle Pietre Dure che ha condotto un restauro perfetto. Sono personalmente grato al Sindaco Nardella che ci ha sostenuto fino ad oggi, a tutti gli uffici del comune, allo staff del Museo Novecento e a MUS.E. Questo è un traguardo alla fine di un decennio di sfide culturali che hanno avuto anche in Henry Moore un punto di riferimento. Non è una fine, ma solo l’inizio.”
Cristina Acidini, presidente dell’Opera di Santa Croce, ha affermato: “All’Opera di Santa Croce ha fatto naturalmente piacere avere l’opportunità di ospitare il Guerriero, contribuendo a superare una fase di criticità. Ora siamo molto felici che venga collocato sulla Terrazza di Saturno, come era desiderio di Moore.”
Emanuela Daffra, Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure, ha sottolineato che Henry Moore era un convinto pacifista, e quindi l’immagine del Guerriero, sebbene sia monumentale, appare ancora più significativa in un periodo segnato da conflitti. Questo rafforza il senso della sua collocazione in un luogo simbolico come Palazzo Vecchio, ricco di valori civili.
Renata Pintus, direttrice del Servizio Arte Contemporanea dell’Opificio delle Pietre Dure, ha spiegato che le ferite riscontrate sul Guerriero erano principalmente dovute alla tecnica di fusione della scultura e alla sua esposizione prolungata all’ambiente esterno. Il processo di restauro ha coinvolto la rimozione dei materiali ferrosi e delle terre dall’interno della scultura, seguito da un’attenta pulitura della superficie. L’obiettivo era preservare l’aspetto originale dell’opera, limitando solo le disomogeneità cromatiche e applicando infine una protezione a base di cere.