FIRENZE – Il Quarto Stato (1898-1902), la grande tela di Pellizza da Volpedo (Volpedo 1868 – ivi 1907), una delle più celebri opere pittoriche realizzate tra Otto e Novecento, eccezionalmente concessa in prestito dal Museo del Novecento di Milano, dove è custodita dal 2010, viene esposta in occasione del 1° maggio, Festa Internazionale dei Lavoratori, all’interno del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio.
La sua esposizione a Firenze, a cura di Danka Giacon e Sergio Risaliti, costituisce un’occasione unica per ammirare nel capoluogo toscano il capolavoro che irrompe con il suo profondo significato politico e sociale all’interno dello scenario rinascimentale del Salone dei Cinquecento.
La presenza dell’opera a Firenze trova tuttavia anche una sua giustificazione storico-artistica, in quanto l’artista soggiornò nel capoluogo toscano frequentando l’Accademia di Belle Arti, sotto l’insegnamento di Giovanni Fattori.

“L’arrivo dell’opera a Firenze – ha affermato il Sindaco di Firenze Dario Nardella – è un momento storico per l’arte e la politica in un momento molto difficile, in cui noi abbiamo di fronte quei 189 morti sui luoghi di lavoro sugli ultimi tre mesi. Abbiamo di fronte generazioni di giovani che vivono nell’incertezza e nella mortificazione di non riuscire a realizzare i loro desideri. L’opera simboleggia la forza dell’arte nella politica, un messaggio politico che invita tutta l’Italia e tutti gli italiani ad aprire gli occhi sulle grandi sfide del lavoro perché la battaglia per i diritti del lavoro non è affatto finita”.

L’opera e la sua storia
Frutto di un processo creativo durato dieci anni, Il Quarto Stato rappresenta un archetipo figurativo conosciuto universalmente che esprime con potenza realistica ed espressiva il mondo del lavoro, richiamando tematiche legate alle lotte per i diritti e ai principi costituzionali.
Il primo bozzetto dell’opera sul tema dello sciopero (Ambasciatori della fame) risale al 1891 ed era già ambientato nella piazza della natia Volpedo. In seguito, attraverso numerosi studi e variazioni, l’artista giunse tra il 1895 e il 1896 a una tormentata versione intermedia (Fiumana), oggi alla Pinacoteca di Brera. Pellizza, insoddisfatto di Fiumana e in cerca di una maggiore oggettività pittorica, ripartì, nel 1898, pensando una nuova tela, Il cammino dei lavoratori, che riduceva il numero delle figure sullo sfondo, e aumentando le dimensioni del supporto avvicinava i personaggi in primo piano allo spettatore rendendoli più monumentali e realistici. Pellizza sposa l’idea di Max Nordau, esplicata nell’aforisma “l’arte deve dare al popolo un ritratto di lui ma abbellito”.

Il Quarto Stato viene presentato al pubblico per la prima volta nel 1902 all’Esposizione internazionale di arte decorativa moderna di Torino, dove non venne compresa, anzi decodificata come una scena di rivolta o sciopero e quindi ripugnata dai benpensanti e dalle autorità politiche.
Il dipinto rappresenta una risposta ai sanguinosi eventi milanesi del 1898 (quando, durante i moti popolari, il generale Bava Beccaris fece sparare sulla folla provocando una strage) e risente profondamente del socialismo umanitario ed evoluzionistico maturato nel tempo dall’artista.
La folla non è più ritratta in un momento di pacifica protesta ma avanza sicura verso un futuro più sereno. Il “quarto stato”, cui fa riferimento il titolo, è la classe lavoratrice che viene rappresentata attraverso lo scenografico realismo.
Le figure, studiate dal vero, simboleggiano la forza e lo spirito utopista del lavoro. Tra di esse vi sono anche donne, madri e bambini, a rappresentare la volontà di cambiare il futuro assegnando alla donna un ruolo altrettanto centrale nella rivendicazione politica e sociale. L’attenzione alla gestualità è evidente e profonda, la vicinanza dei corpi dà un valore di compattezza alla marcia e all’ideale che la muove. Pellizza, infatti, riuscì a combinare un’osservazione indiretta della massa dei contadini, trasfigurandoli secondo il modello precedente della Scuola di Atene di Raffaello la cui iconica espressività scopriamo nelle figure in prima linea.

Con Il Quarto Stato l’opera non ricerca più l’accoglienza del gusto borghese, ma si prefigge la comunicazione dell’urgenza politica e sociale del soggetto, ricorrendo a una tecnica esecutiva moderna, che reinterpreta i modi del puntinismo francese.
Dopo lo sconfortante debutto del 1902, l’opera torna a far parlare di sé in varie occasioni: la prima durante gli scioperi operai dopo la vittoria dei socialisti radicali alle elezioni politiche del novembre 1919 di Milano, un anno prima dell’acquisto dell’opera da parte del comune di Milano. La seconda, quando durante la stesura del primo catalogo nel 1935, con un certo imbarazzo per il soggetto, l’opera viene descritta come “due uomini e una donna con un bambino tra le braccia”.
L’opera è divenuta iconica in seguito all’associazione del grande dipinto a una rinnovata utopia sociale, spesso celebrata nel corso delle manifestazioni per il Primo Maggio. Oggi, come allora, il messaggio di forza e speranza sprigionato dal capolavoro di Pellizza da Volpedo splende di luce nuova, all’insegna dei rinnovati valori di cooperazione e libertà.

Domenica 1° maggio, in occasione della Domenica Metropolitana, per tutti i residenti della Città Metropolitana di Firenze sarà possibile visitare l’opera di Giuseppe Pellizza da Volpedo a Palazzo Vecchio gratuitamente. Ingressi disponibili fino ad esaurimento posti. In Sala d’Arme sarà inoltre realizzato un progetto speciale in collaborazione con la Fondazione Alinari per la fotografia che avrà al centro il mondo del lavoro dall’Ottocento in poi.
L’opera resterà visitabile fino al 30 giugno 2022.
Vademecum
IL QUARTO STATO DI PELLIZZA DA VOLPEDO A PALAZZO VECCHIO
Salone dei Cinquecento – Palazzo Vecchio, Firenze
1° maggio ̶ 30 giugno 2022 Un progetto del Museo Novecento di Firenze e del Museo del Novecento di Milano
a cura di Danka Giacon e Sergio Risaliti
Museo di Palazzo Vecchio
Lunedì – Martedì – Mercoledì – Venerdì – Sabato – Domenica
9 – 19
Monday – Tuesday – Wednesday – Friday – Saturday – Sunday
9 am – 7 pm
Giovedì / Thursday 9 – 14 (9 am – 2 pm)
Per informazioni su giorni e orari di apertura comune.cultura@comune.fi.it