MATERA – Alla presenza del Direttore generale Musei, prof. Massimo Osanna, il sindaco di Matera, Domenico Bennardi e della Direttrice del Museo nazionale di Matera, arch. Annamaria Mauro, il 22 dicembre 2022, è stato inaugurato il nuovo allestimento “Giuliana degli Abissi”, dedicato al fossile della Balena Giuliana, scoperto nel 2006 sulle sponde del Lago di San Giuliano, a 8 km da Matera.
La Balena Giuliana rappresenta il più grande esemplare che abbia mai solcato le acque del Mare che oggi chiamiamo Mediterraneo, con un peso compreso tra 130 e 150 tonnellate, contro le circa 100 tonnellate del più grande dei dinosauri.
Gli studi collocano cronologicamente l’animale fra 1,49 e 1,25 milioni di anni fa, nel Pleistocene inferiore. Il rinvenimento di questa balena risulta, quindi, di grande importanza, sia per approfondire le conoscenze sulla storia biologica del Mediterraneo, sia per capire quali potrebbero essere state le cause e gli effetti dovuti alla scomparsa di questi giganti del mare.


Il ritrovamento
Il fossile del cetaceo venne rinvenuto nel 2006, ma gli scavi, tra alterne vicende, si protessero fino al 2011. Il sito, infatti, presentava non pochi ostacoli al recupero dei resti sopravvissuti, essendo a ridosso di un’alta scarpata all’interno di uno spesso strato di sabbia fossilifera.
Il fossile, che durante le fasi di recupero fu frazionato, venne consolidato e protetto con camicie di gesso, geotessuto e sabbia, e collocato successivamente in casse lignee costruite su misura e protette da un imballaggio di argilla espansa e schiuma di poliuretano.
Le casse furono in seguito trasportate presso la sede materana dell’allora Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici della Basilicata, dove rimasero fino al 2013 quando vennero trasferite al Museo Archeologico Nazionale ‘D. Ridola’ di Matera.

Il restauro
Del cetaceo sono state recuperate dodici vertebre toraciche, diverse costole, di cui una lunga oltre 3 metri, e gran parte del cranio, la porzione scientificamente più importante dello scheletro.
La necessità di procedere al restauro integrale del fossile di balena nasce dall’esigenza di tutela e conservazione di un reperto eccezionale, in virtù della sua rarità. La metodologia d’intervento, realizzata in vari step, compreso un microscavo per rimuovere i materiali di portezione, ha visto coinvolti diversi Enti e il supporto scientifico di un paleontologo.
Si tratta, infatti, di un intervento complesso viste le notevoli dimensioni del fossile. La giacitura sulla spiaggia in cui l’animale si era arenato prima che fosse ricoperto dal sedimento sabbioso hanno, inoltre, causato la perdita di gran parte dello scheletro; a questi si aggiungono i danni provocati dalle variazioni di temperatura e umidità che hanno interessato il reperto negli anni intercorsi dal suo recupero ad oggi.
I lavori di restauro, eseguiti dalla ditta Lithos s.r.l, sono attualmente in corso nel laboratorio allestito nella Ex Palazzina Fio del Museo “Ridola” e saranno visibili al pubblico.

Il percorso espositivo
Spiega la Direttrice del Museo Matera, Annamaria Mauro a proposito del percorso espositivo: “Il visitatore verrà immerso nel racconto del fossile Giuliana, dal suo ritrovamento fino all’allestimento dei reperti già restaurati, ma potrà visitare anche il cantiere in fieri, ponendo domande ai restauratori e ammirando la grandezza e l’unicità di questo reperto che man mano dalle casse diventa uno scheletro vero. Accompagnerà la vista una videoinstallazione immersiva emozionante che racconta l’identità della Balena nell’immaginario collettivo”.
Il percorso si compone, infatti, di quattro sale espositive. Si parte con la prima dedicata alla scoperta del fossile e alle fasi del difficile recupero, per proseguire nella seconda sala, dove una videoinstallazione immersiva ideata dal visual artist Silvio Giordano e realizzata da ETT SpA, azienda del Gruppo SCAI, trasporta il visitatore in uno scenario altamente emotivo che, tra animazioni 2D al 3D, riprese col drone, racconta con la voce del narratore Christian Iansante, la vita marina, dalla genesi fino alla caccia violenta alla balena che, in tutta la letteratura, da Moby Dick a Giona della Bibbia, rappresenta una tappa verso la salvezza, recando con sé la possibilità del rinnovamento.
La terza sala è invece dedicata al paleoambiente, con l’esposizione di alcuni reperti riconducibili alla fauna e alle piante acquatiche dell’ecosistema in cui la balena è stata ritrovata. Qui il visitatore, grazie a un monitor, potrà seguire i lavori di restauro del fossile.
Nella quarta sala sono esposti i primi due reperti ossei integralmente restaurati: la bulla timpanica e l’omero dell’arto destro. Proprio il rinvenimento della bulla timpanica ha consentito di attribuire con sicurezza l’animale al genere Balenoptera, la cui lunghezza presunta è di 26 metri e può essere assimilata all’odierna specie della balenottera azzurra.


A completare il percorso è infine l’allestimento del fumetto d’autore “La Regina degli abissi” (Osanna Edizioni), realizzato dall’illustratore e fumettista Giulio Giordano.
A proposito del percorso espositivo il Direttore generale Musei, prof. Massimo Osanna, sottolineando il complesso lavoro svolto, ha evidenziato la “multidisciplinarietà che ha composto la squadra e che dimostra come proprio attraverso questa modalità operativa si ottengono risultati straordinari”.
Ad esprimere grande emozione è stato il sindaco Domenico Bennardi, “ricordando i primi mesi di insediamento del mio mandato, quando ho voluto aprire fortemente quelle casse che da tanti anni tenevano relegata la Balena Giuliana, un fossile che è tra i più grandi al mondo mai trovati per massa e che può diventare un potenziale nuovo attrattore culturale e scientifico per la città. Un plauso al Museo nazionale di Matera che ha permesso il restauro, con l’auspicio che si possa avere una collaborazione proficua con l’Amministrazione comunale nella progettazione dei percorsi turistico- culturali“.