Presentata a Roma la grande esposizione che sarà a Palazzo Reale dal 31 ottobre e che, per la prima volta, esporrà non solo i dipinti ma anche matrici in rame, appena restaurate, e incisioni del maestro spagnolo. Per l’Ambasciatore di Spagna in Italia la mostra rappresenta “un ponte tra i due paesi”.
Francisco José de Goya y Lucientes, il celeberrimo pittore e incisore spagnolo conosciuto più semplicemente come Goya, amò moltissimo Roma, dove soggiornò per quattordici mesi e dove incontrò, tra gli altri, il Tiepolo. Probabilmente, quindi, sarebbe stato ben contento che la prima presentazione ufficiale della mostra Goya. La ribellione della ragione sia stata organizzata proprio nella capitale, ospitata nella magnifica residenza dell’Ambasciata di Spagna, «evento che unisce Italia e Spagna, occasione unica per promuovere lo scambio culturale» come ha sottolineato l’Ambasciatore Miguel Fernández-Palacio.
La mostra dedicata al genio spagnolo presentata ieri a Roma aprirà a Milano il 31 ottobre e Palazzo Reale si sta preparando in questi giorni ad accogliere il progetto espositivo, promosso dal Comune di Milano-Cultura e prodotto da Palazzo Reale e 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, in collaborazione con la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando a Madrid, che racconterà attraverso dipinti, incisioni e matrici in rame il mondo di Goya, il suo profondo dualismo, l’animo profondo e controverso di un artista da molti considerato l’ultimo fra gli antichi e il primo fra i moderni. Un progetto espositivo che può vantarsi di rappresentare, grazie alla feconda collaborazione tra Palazzo Reale e 24 ORE Cultura e la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando di Madrid, un’occasione unica: ammirare per la prima volta i dipinti del maestro spagnolo nato in Aragona in dialogo con alcune delle più importanti incisioni che resero Goya maestro assoluto di quest’arte. Ma soprattutto la mostra porta per la prima volta in Italia anche una piccola parte del corpus di 228 matrici di rame che la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando – con la sua Calcografia Nacional – ha appena terminato di restaurare, attraverso un ambizioso progetto di recupero. L’esposizione della selezione di 11 matrici e 18 incisioni offre davvero, in un confronto inedito e prezioso, una possibilità di lettura di grande fascino per affrontare il gigantesco lavoro di un artista come Goya.
La mostra, patrocinata dall’Ambasciata di Spagna in Italia, dall’Ente del Turismo Spagnolo e dall’Istituto Cervantes di Milano, segue un percorso cronologico e tematico, in cui – tra più di settanta dipinti, acqueforti e matrici da cui venivano tratte le incisioni, viene raccontato il particolarissimo mondo di Goya e il suo lungo percorso creativo. Sei sezioni tematiche affrontano la sua scalata ai vertiti della pittura spagnola partendo dai suoi esordi, un apprendistato in linea con lo stile della pittura del suo tempo, testimoniato dall’esposizione in mostra del suo Autoritratto su cavalletto, poi la scalata della corte che inizia con la realizzazione dei cartoni per gli arazzi reali, destinati ad abbellire mura di palazzi e residenze nobiliari, i tanti lavori su commissione e la nascita della sua clientela, le amicizie illuminate e, infine, l’arrivo della maturità e, con essa, il ricorrere alle incisioni come mezzo per esprimere e diffondere le sue idee, a partire dalla prima serie “I capricci” in cui inizia uno studio approfondito sui procedimenti dell’incisione, rinnovando tecniche fino a produrre un linguaggio espressivo e innovativo senza precedenti. Riflessione a parte merita la sezione dedicata alla guerra che racconta tutto la presa di coscienza dell’artista nei confronti degli orrori dei conflitti armati, in un momento particolarmente doloroso per gli spagnoli costretti ad affrontare una guerra di liberazione contro di francesi di Napoleone. L’orrore che quella guerra provocò in Goya emerge in Fucilazioni del 2 maggio e nella serie di incisioni I disastri della guerra opere in cui l’artista assume il ruolo di testimone critico di quanto accaduto e non più, come era stato per i suoi predecessori, di semplice cassa di risonanza di rappresentazioni di glorie militari. Come ha spiegato Victor Nieto Alcaide, Delegato Accademico del Museo, Calcografia e Mostre della Real Academia de Bellas Artes de San Fernando di Madrid e curatore della mostra, «lo stile del pittore si evolve fino alla morte. Dalla pittura convenzionale delle prime opere fino alla fase finale della sua vita, in cui Goya distrugge la sua pittura per crearne una nuova radicale e rivoluzionaria». Non è un caso che, come ha sottolineato Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale a Milano che ospiterà la mostra fino al 3 marzo 2024, «Goya seppe anticipare con la sua arte problemi etici ed estetici del mondo moderno».
Una mostra che è stata frutto di un lunghissimo lavoro di preparazione, anche complicato, come ha sottolineato Paola Cappitelli, responsabile sviluppo, mostre e relazioni internazionali di 24 ORE Cultura. «Un progetto che parte dal 2013, con un lavoro pensato e ragionato che ci ha portato ad un excursus su tutta la carriera di Goya. Ottenere capolavori di Goya non è facile – ha spiegato – ottenere i prestiti è stato complicatissimo. Le relazioni tra Italia e Spagna sono state centrali. Un progetto così importante al quale a cui dedicheremo infatti ben 4 pubblicazioni» a partire dal catalogo, edito da 24 Ore Cultura, fino a “Il sonno della ragione genera mostri”, graphic novel in cui il fumettista e illustratore Otto Gabos dialoga con l’artista spagnolo. Anche l’allestimento, affidato a Studio Novembre, ha assunto un ruolo determinante per rappresentare al meglio le sfaccettature offerte del percorso espositivo. « Abbiamo cecato un allestimento che desse un valore aggiunto – ha aggiunto Cappitelli. – Studio novembre ha fatto un lavoro umile e rispettoso, tenendosi un passo indietro rispetto all’artista e interpretando il passaggio dalla luce al buio del suo percorso artistico con un rosso molto acceso e un’illuminazione molto particolare, cercando inoltre di enfatizzare stampe e matrici, per poter entrare nel lavoro di Goya e nella sua libertà espressiva».
In attesa di vedere la mostra a Milano, infine, l’Ambasciatore Miguel Fernández-Palacio ha sottolineato come la mostra sia un modo di «promuovere legami di amicizia e cooperazione tra i nostri due paesi», tanto che l’Ufficio del Turismo dell’Ambasciata di Spagna a Milano ha intenzione «di realizzare una serie di attività per promuovere la destinazione Spagna, in particolare Aragona e Madrid, luoghi legati al pittore». Goya ambasciatore delle bellezze spagnole, quindi, e testimonial di un paese legato da sempre all’Italia.