ROMA – ”In solidarietà con il popolo ucraino” è la scritta con la quale si chiude il video che Banksy, il più celebre e misterioso degli street artist, ha pubblicato sul suo profilo Instagram e con il quale rivendica la paternità dei murales apparsi nei giorni scorsi in diverse località ucraine, realizzati anche fra le macerie di siti bombardati nei mesi scorsi.
Nel video, diffuso nelle ultime ore, le immagini sono accompagnate dalla melodia di una canzone folk locale, cantata da due musiciste di strada, e dalle testimonianze di alcuni passanti.
I sette murales
Sono sette i graffiti che appaiono nel video, alcuni dei quali già fotografati e diffusi nei giorni scorsi dal fotoreporter Ed Ram. Alcuni di questi sono stati immediatamente “certificati” da Banksy sempre sul suo profilo Instagram, tra cui il ragazzino judoka che mette a tappeto un uomo adulto, con un evidente richiamo a Vladimir Putin, sospeso da presidente onorario della federazione internazionale di Judo. Ma il misterioso street artist rivendica anche alcuni graffiti considerati falsi da “esperti”, come l’anziano che si fa il bagno sul muro di un edificio diroccato, o i due bimbi che sembrano giocare su un altalena che è, di fatto, un cavallo di frisia per impedire l’avanzata russa.


Tra le opere anche quella di una donna con i bigodini, in vestaglia da camera, con maschera antigas e un estintore. E ancora il graffito di un organo sessuale maschile inserito con il gessetto al posto di un missile d’ordinanza su un mezzo militare contrassegnato dalla Z delle forze d’invasione di Mosca.
Sull’autenticità dei graffiti non ha mai avuto dubbi Stefano Antonelli che, con Gianluca Marziani, oltre a curare numerose mostre su Banksy, organizzate e prodotte dall’Associazione Metamorfosi (la prossima a Teramo dal 22 novembre), ha realizzato un volume dedicato all’artista, edito da Rizzoli, tradotto in più lingue.
Già qualche giorno fa Antonelli scriveva su Facebook: “Sembrerebbe proprio che l’artista britannico si sia recato nella zona di guerra per realizzare i due lavori in foto nella città di Borodjanka, Oblast di Kiev. Ancora nessuna rivendicazione, ma pochi dubbi che sia lui. Banksy riappare dopo un anno e undici mesi di silenzio che aveva alimentato varie speculazioni. È plausibile che ne spuntino fuori altri nei prossimi giorni.”
E cosi è stato. Banksy ha realizzato altri graffiti, fino ad arrivare a sette e ora rivendica la sua “missione di pace” con un video.
L’operazione compiuta da Banksy in Ucraina, d’altra parte, non è l’unica realizzata in un teatro di guerra, a conferma del suo impegno politico e sociale, in nome della pace. Basti ricordare le sue opere a favore della causa palestinese e contro il muro di separazione innalzato da Israele entro la linea di confine della Cisgiordania.
Banksy ha confermato le sue opere anche su un diverso account instagram @banksygrossdomesticproduct.