MANTOVA – Palazzo Ducale di Mantova accoglie tra le sue collezioni Cristo e i pellegrini sulla via di Emmaus di Giuseppe Bazzani (1690-1769). Questa nuova acquisizione rappresenta il ritorno di Bazzani nella sua città natale, ma è anche un’importante tessera per ricostruire il percorso artistico del maestro settecentesco, aggiungendo una nuova prospettiva sulle origini e l’evoluzione della sua carriera pittorica.
Un’opera che racconta una fase giovanile
L’opera rappresenta uno dei momenti iconici del racconto evangelico: l’apparizione di Cristo ai pellegrini sulla via di Emmaus dopo la resurrezione. Databile intorno agli anni 1720-1725, Cristo e i pellegrini sulla via di Emmaus segna un momento cruciale nella produzione giovanile di Bazzani. Questo periodo è particolarmente interessante per comprendere il processo di maturazione del pittore, che diventerà poi una delle figure più rilevanti della pittura settecentesca in Italia. La cronologia delle opere giovanili di Bazzani è stata spesso difficoltosa da stabilire e questa acquisizione rappresenta un punto di riferimento importante per ricostruire il suo percorso artistico.
Storici come Nino Giannantoni, Nicola Ivanoff e Chiara Tellini Perina hanno indagato a lungo il catalogo di Bazzani, concentrandosi sull’attribuzione delle opere, ma meno sulla loro precisa collocazione temporale. Il ritrovamento di questo dipinto, accanto alla sua “opera sorella” Cristo in casa della Maddalena – conservata oggi presso l’Harvard Art Museum di Cambridge – permette di retrodatare le capacità espressive e la padronanza stilistica di Bazzani a un’età relativamente precoce.
Dalla bottega alla maturità: un maestro mantovano
Nato a Mantova, Bazzani ricevette i primi insegnamenti nelle botteghe locali, presumibilmente attorno al 1705. Si affermò ben presto come artista autonomo, caratterizzandosi per una pittura ricca e vigorosa, lontana dai canoni accademici e più vicina a una sensibilità barocca densa di pathos. La sua produzione si colloca in un periodo di transizione, caratterizzato da un legame con la tradizione barocca e un’affinità per un linguaggio espressivo più intimo e personale.
Cristo e i pellegrini sulla via di Emmaus si inserisce perfettamente in questa visione artistica, con una narrazione composta ma intensa, che si esprime attraverso una gestualità drammatica e un uso sapiente della luce, capace di dare profondità emotiva alla scena sacra.
Un recupero significativo per le collezioni di Palazzo Ducale
L’opera è stata acquisita grazie alla collaborazione con la Galleria Mossini e al sostegno della Direzione Generale Musei di Roma. Stefano L’Occaso, direttore del Palazzo Ducale, ha espresso gratitudine verso coloro che hanno reso possibile questo arricchimento della collezione:
“Quest’opera è speciale nel catalogo di Bazzani, quasi unica, e si integra perfettamente con il nostro impegno nel restituire alla città e al pubblico la storia della cultura mantovana”.
Massimo Osanna, Direttore Generale Musei, ha sottolineato l’importanza di questa operazione:
“L’acquisizione di questo dipinto è un tassello in una più ampia politica di recupero del patrimonio artistico. Negli ultimi anni, abbiamo riportato a Mantova anche altre opere significative legate alla famiglia Gonzaga e alla storia della città. Aumentare la collezione permanente significa anche ampliare le opportunità di studio e di conoscenza per la comunità scientifica e per il grande pubblico”.
L’eredità di Bazzani e il valore delle acquisizioni
Il recupero di Cristo e i pellegrini sulla via di Emmaus non è un episodio isolato, ma si inserisce in una campagna di acquisizioni che punta a riportare a Mantova capolavori appartenenti al passato artistico della città, restituendoli al loro contesto storico e culturale. Palazzo Ducale continua così a costruire un legame con il proprio territorio, rinnovando e valorizzando l’eredità culturale mantovana.