VENEZIA- Apre alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, in conocomitanza con la 60. Biennale d’Arte di Venezia, la grande mostraWillem de Kooning e l’Italia che esplora l’influenza profonda che il nostro Paese ebbe sulla vita e sull’opera di uno dei più grandi artisti del XX secolo.
Curata da Gary Garrels e Mario Codognato, la rassegna, ripercorre i due periodi che de Kooning (1904, Rotterdam, Paesi Bassi – 1997, East Hampton, USA) trascorse in Italia, nel 1959 e nel 1969, attraverso circa 75 opere tra cui dipinti, disegni e sculture.
L’impatto dell’Italia sull’arte di Willem de Kooning
I curatori hanno messo in luce, per la prima volta in modo così esaustivo, l’influenza che l’Italia ebbe sulla produzione artistica successiva di de Kooning. Le opere in mostra, che vanno dalla fine degli anni Cinquanta agli anni Ottanta, testimoniano l’impatto profondo che il fascino per la storia, l’arte e la cultura italiana ebbero sulla sua visione artistica.
“Siamo convinti – afferma Giulio Manieri Elia, Direttore delle Gallerie dell’Accademia – che proporre de Kooning sia stata la scelta giusta per diverse ragioni: prima di tutto per l’importanza dell’artista. In secondo luogo, per il tema e la speciale connessione con l’Italia, aspetti che ci sono cari e vicini. Va aggiunto che dopo la morte di de Kooning, le sue opere sono state esposte solo raramente in Italia, l’ultima mostra dedicata al suo lavoro risale a diciotto anni fa. Infine, ciò che ci ha convinto è stata la qualità della selezione compiuta dai curatori: circa 75 opere che rappresentano la rilevanza dei periodi più espressivi della sua pratica”.
Un’esposizione di capolavori
Tra i capolavori in mostra, si possono ammirare alcuni dei celebri disegni Black and White Rome realizzati durante il primo soggiorno romano dell’artista, i Pastoral Landscapes, dipinti a New York nel 1960, che evocano i ricordi del suo viaggio in Italia, come Door to the River, A Tree in Naples e Villa Borghese, e i 13 piccoli bronzi creati a Roma nel 1969.
Come rammentano i due curatori, Gary Garrels e Mario Codognato, Willem de Kooning creava il suo lessico artistico dall’energia visiva e dalla vita quotidiana. Le influenze di New York, East Hampton e Roma generavano una varietà di ‘scorci’. Durante i suoi periodi a Roma, il suo modo di vedere e di creare arte si arricchiva dall’osservazione diretta di opere classiche e dall’influenza degli artisti italiani con cui interagiva.
Un dialogo tra pittura e scultura
La mostra mette in dialogo pittura e scultura attraverso i disegni degli anni Sessanta e Settanta. Tra le opere più significative, quattro disegni a inchiostro eseguiti a Spoleto nel 1969 e una selezione di lavori intimi e gestuali, concettualmente legati alle sculture, in cui l’artista frammenta la figura umana.
Gli ultimi capolavori
L’esposizione si conclude con una selezione degli ultimi dipinti di de Kooning realizzati negli anni Ottanta, in cui il linguaggio della forma tridimensionale si trasforma in una nuova poesia astratta.
La mostra è stata organizzata in collaborazione con The Willem de Kooning Foundation, la cui Direttrice Esecutiva, Amy Schichtel, dichiara: “Il progetto espositivo offre la straordinaria opportunità di presentare nuove ricerche e approfondimenti per arricchire l’esperienza delle migliaia di visitatori, nazionali e internazionali, dell’Accademia. De Kooning è uno dei grandi innovatori americani; riteniamo che la sua storia di sperimentatore continui a essere di vitale ispirazione per molti artisti contemporanei, oltre che per gli studenti e i giovani in generale”.
Vademecum
Willem de Kooning e l’Italia
17 aprile – 15 settembre 2024
Gallerie dell’Accademia
Campo della Carità, Dorsoduro 1050, Venezia
www.gallerieaccademia.it
Orari di apertura
Lunedì: 8.15-14.00, la biglietteria chiude alle 13.00
Da martedì a domenica: dalle 8.15 alle 19.15, la biglietteria chiude alle 18.15