ROMA – Si è spento all’età di 94 anni Achille Perilli maestro dell’astrattismo italiano e grande protagonista del Novecento grazie ai risultati della sua ricerca pittorica. L’artista è morto sabato 16 ottobre all’ospedale Santa Maria della Stella di Orvieto.
“Con la scomparsa di Achille Perilli – ha affermato il ministro della cultura, Dario Franceschini – il mondo dell’arte perde un illustre esponente: un grande maestro dell’astrattismo italiano, il pittore delle geometrie impossibili e irrazionali”. “La sua produzione artistica – ha proseguito – ha mantenuto sempre uno stretto dialogo con le avanguardie e ha portato lustro e prestigio al nostro Paese in tutto il mondo”.
Per Vittorio Sgarbi Perilli “è stato il primo artista contemporaneo. Perilli aveva una intelligenza lucida e geometrica”.
Sgarbi, da presidente del Mart di Rovereto aveva voluto una mostra di Perilli in dialogo con Piero Guccione. “I due artisti hanno temperamenti opposti – afferma Sgarbi – ma pari tensione creativa. Ciò che appare incredibile è che la mostra, già pronta, che tristemente celebrerà il maestro, inaugura il 20 ottobre. In questa coincidenza, mista di dolore e onore c’è il mistero della vita e della morte, che soltanto l’arte risolve. Entrambi gli artisti sono davanti a noi, con le loro opere, in tensione, vivi”- conclude il critico.
Una vita dedicata all’arte
Achille Perilli nasce a Roma il 28 gennaio 1927. Frequenta il liceo classico poi si iscrive alla Facoltà di Lettere e si laurea con una tesi sulla pittura metafisica di Giorgio De Chirico.
Fonda il Gruppo Arte Sociale (GAS) con Piero Dorazio, Giovanni Guerrini, Renzo Vespignani e altri, al tempo stesso collabora alla nascita e alla redazione delle riviste “Ariele” e “La Fabbrica”, organo del Gas.
Nel 1947 partecipa alla redazione del manifesto Forma 1 (firmato oltre che da Perilli, da Carla Accardi, Ugo Attardi, Piero Consagra, Dorazio, Guerrini, Antonio Sanfilippo, Giulio Turcato) per la difesa dell’Arte astratta.
Nel 1949 aderisce al Mac (Movimento per l’arte concreta). Dirige dal 1957 al 1960 con Gastone Novelli la rivista “L’esperienza moderna” e nel 1964 fonda la rivista “Grammatica”.
Nel 1962 e nel 1968 partecipa alla Biennale di Venezia. Nel 1971 scrive il Manifesto della Folle Immagine nello Spazio Immaginario; nel 1972 partecipa alla costituzione del Gruppo Altro; nel 1982 pubblica il manifesto Teoria dell’irrazionale geometrico. In questa sua intensa attività non manca neppure il teatro, Perilli, infatti, partecipa anche ad allestimenti teatrali.
Dal 1995 era membro dell’Accademia Nazionale di San Luca. Ha, inoltre, partecipato a cinque edizioni della Quadriennale di Roma.
Lo stile tra geometrie e vivaci cromatismi
Achille Perilli ha fondato le sue figure geometriche sull’ambiguità, sull’essere insieme aperte e chiuse, sul creare uno spazio non reale, ma dell’immagine, fatta di figure piane che allo sguardo risultano inverosimili ed irregolari, quasi irrisolte e concepite in una direzione assolutamente astratta.
Fondamentale il colore. La sua arte si manifesta, infatti, attraverso un cromatismo vivace e brillanti.