FIRENZE – Prende il via il restauro dell’Allegoria dell’inclinazione di Artemisia Gentileschi, una delle prime opere fiorentine dell’artista, ora rimossa dal soffitto della ‘Galleria’ di Casa Buonarroti a Firenze.
Il dipinto
Allegoria dell’inclinazione fu realizzato da Artemisia Gentileschi nel 1616. Il drappeggio e il velo sono invece un’aggiunta del 1680 circa ad opera dell’artista toscano Baldassarre Franceschini, detto il Volterrano, su ordine di Lionardo Buonarroti, nipote del committente Michelangelo Buonarroti il Giovane, che, vivendo nel palazzo, voleva tutelare il decoro e il pudore di sua moglie e dei figli. “Quali sono le condizioni del dipinto e della tela originali?” Questa una delle domande alla base del progetto di restauro, nella speranza di trovare le risposte.


Un restauro aperto al pubblico
“Artemisia Unveiled / Artemisia Svelata” è il nome del progetto di restauro. Il cantiere sarà accessibile al pubblico durante l’orario di apertura del museo, nello spazio predisposto all’interno della Sala del Modello della facciata di San Lorenzo in Casa Buonarroti. Ogni venerdì la restauratrice risponderà alle domande del pubblico.
L’utilizzo di tecnologie all’avanguardia di diagnostica e imaging consentirà di restituire virtualmente l’aspetto originario del dipinto creato da Artemisia.

“Grazie alle riprese fotografiche, alla diagnostica per immagini e a un’accurata analisi, saremo in grado di stabilire la tecnica esatta usata da Artemisia, rilevare esattamente la condizione dell’opera e definire il nostro progetto di intervento per il dipinto” – racconta Elizabeth Wicks, restauratrice alla guida di un gruppo di lavoro di altissimo livello, formato da tecnici esperti e addetti al restauro, sotto la supervisione del Direttore di Casa Buonarroti, Alessandro Cecchi, e di Jennifer Celani, funzionaria della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato.
“Se è impensabile una rimozione delle ridipinture, ormai storicizzate, del Volterrano, sarà comunque possibile, grazie alla strumentazione d’avanguardia, creare un’immagine virtuale dell’opera originale nascosta sotto il dipinto che vediamo oggi”, spiega la restauratrice. “La prossima settimana inizieremo il nostro viaggio virtuale oltre il velo, con l’esame a luce diffusa e radente, seguito da ricerca a raggi UV e infrarossi. L’imaging multispettrale ipercolorimetrico ci aiuterà a comprendere al meglio la tecnica esecutiva originale e le successive aggiunte. Seguiranno la riflettografia ai raggi X e quella ad alta risoluzione”.

Casa Buonarroti Foundation President and museum Director with patrons-conservator, ph Olga Makarova

Art movers to remove Artemisia from Casa Buonarroti ceiling, ph Olga Makarova
Il sostegno internazionale per Casa Buonarroti
“Vedere l’Inclinazione dipinta da Artemisia che scendeva dal soffitto, e, si può ben immaginare, per la prima volta da che l’aveva dipinta la pittrice nel 1616, è stata una fortissima emozione” spiega la presidente della Fondazione Casa Buonarroti, Cristina Acidini. “Questo è l’inizio di un grande progetto per il quale la Fondazione Casa Buonarroti è specialmente grata ai suoi generosi sostenitori”.
Il progetto “Artemisia Unveiled / Artemisia Rivelata” nasce dalla collaborazione tra la Fondazione e Calliope Arts, ente no profit con sede a Firenze e a Londra. Fondata nel 2021, promuove la conoscenza pubblica e il riconoscimento di arte, letteratura e storia sociale da una prospettiva al femminile attraverso restauri, mostre, formazioni, una rivista e il programma YouTube “Restoration Conversations”. I principali sostenitori del progetto sono i co-fondatori di Calliope Arts, i filantropi e avvocati Margie MacKinnon e Wayne McArdle, e il collezionista d’arte Christian Levett, fondatore del Museo di Arte Classica Mougins e della casa-galleria Levett Collection di Firenze, che ospita opere d’arte delle maggiori esponenti dell’espressionismo astratto.


Allegory of Inclination by Artemisia descends, ph Olga Makarova
La ristrutturazione di Casa Buonarroti
Oltre al restauro del dipinto, il progetto prevede anche un’esposizione conclusiva a Casa Buonarroti e la ristrutturazione di aree specifiche del museo, oltre alla riprogettazione dell’illuminazione della Galleria che ospita anche i dipinti di altri 14 artisti toscani contemporanei della pittrice, in un ciclo che celebra le glorie di Michelangelo.
“Vorremmo guardare a questo progetto come l’inizio di qualcosa di più grande” – afferma Christian Levett. – Il museo ha una storia meravigliosa da raccontare, e noi vogliamo letteralmente metterla sotto i riflettori”. Il progetto relativo alla Galleria sarà attuato entro la fine del 2023 e migliorerà la fruizione dei visitatori, in particolare nell’ala del Seicento, un angolo ricco di tesori unici progettato, nel corso di 30 anni, da Michelangelo il Giovane.


“Il restauro e il progetto di ricerca sull’opera di Artemisia sono solo l’inizio di un lavoro più ampio che si tradurrà in una mostra presso Casa Buonarroti, prevista tra il settembre del 2023 e il gennaio del 2024” – racconta Alessandro Cecchi, Direttore del museo. “La mostra metterà in risalto gli esiti del restauro ed esplorerà il contesto relativo alla creazione del dipinto, compreso il valore del debutto fiorentino di Artemisia e le sue relazioni con il granduca Cosimo II de’ Medici e l’ambiente culturale della città”.