ROMA – Giunge alla sua ottava edizione Conversation Piece, il ciclo di mostre a cadenza annuale, a cura di Marcello Smarrelli, ospitate alla Fondazione Memmo e dedicate agli artisti italiani e stranieri temporaneamente presenti a Roma, o che intrattengono un rapporto speciale con la città.
Il titolo del ciclo si ispira a uno dei film più famosi di Luchino Visconti, Gruppo di Famiglia in un interno (Conversation Piece, 1974), una chiara metafora del confronto tra generazioni e dei rapporti di odio e amore tra antico e moderno; ma Conversation Piece era anche un genere pittorico diffuso tra XVII e XVIII sec., caratterizzato da gruppi di persone in conversazione tra loro o colti in atteggiamenti di vita familiare.

La notte come percorso verso la rivelazione
Notte Oscura è il titolo della mostra che quest’anno vede protagonisti, dal 13 dicembre 2022 al 26 marzo 2023, Pauline Curnier Jardin (borsista all’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici nel 2020), Victor Man e Miltos Manetas (artisti che da anni hanno eletto Roma come una delle loro città di riferimento).
Il titolo di questa edizione si ispira agli scritti di Giovanni della Croce (1542-1591) santo, mistico e dottore della Chiesa, considerato uno dei più importanti poeti spagnoli. In particolare, la poesia Notte oscura dell’anima, scritta quasi in fin di vita durante un periodo di prigionia, racconta l’esperienza personale delle sue estasi notturne, in cui l’oscurità diventa la metafora delle avversità e degli ostacoli che si incontrano nel distaccarsi dai legami con il mondo sensibile per raggiungere la luce.

La metafora della notte ben si adatta anche a Roma, città di luce e splendore, ma anche di rovine e catacombe, alternanza di luci e ombre, come la pittura inondata di luce dei Carracci e quella intrisa di tenebre del Caravaggio.
Eppure come insegna Giovanni della Croce, il buio e l’oscurità possono essere considerati anche una fase cruciale nel percorso verso la conoscenza e la rivelazione.
I diversi modi di concepire la notte
Pauline Curnier Jardin (Marsiglia, Francia, 1980) partecipa a Conversation Piece con un’installazione site specific incentrata attorno a una serie di sei bassorilievi in ceramica smaltata realizzati per il progetto Luna Kino, ispirato al cinema Luna Lichtspiegel, fondato nel 1914 e tenuto aperto durante e subito dopo la Seconda Guerra Mondiale da un gruppo di donne. Dal fondo scuro dei bassorilievi emergono delle figure femminili che sembrano illuminate da una luce selenitica e indossano maschere che ricordano le fasi lunari. L’intervento di Pauline Curnier Jardin indagadiversi universi e condizioni femminili sia della storia recente che dell’attualità, ricordando l’intraprendenza e il ruolo storico di donne la cui storia è stata dimenticata o distorta e puntando i riflettori sulla violenza subita dai corpi femminili.
Victor Man (Cluj-Napoca, Romania, 1974) presenta un importante corpus di opere realizzate in questi ultimi anni. Si tratta di dipinti caratterizzati da tinte scure e da una “temperatura” notturna, attraversate da una forte carica introspettiva, giocate continuamente sulla soglia di un’interpretazione che annuncia e rifiuta ogni possibilità di lettura. Man crea enigmi visivi piuttosto che fornire soluzioni interpretative e l’unica possibilità di comprensione utile per decifrare queste tele è data dalla necessità di trovare una mediazione tra pittore e osservatore, chiamati entrambi ad accettare l’indecifrabilità delle cose dietro la loro illusoria permanenza.
Miltos Manetas (Atene, Grecia, 1964) propone un progetto in situ, un working in progress realizzato tracciando e cancellando le immagini prodotte dal suo “giovanissimo assistente” DALL-E (algoritmo di intelligenza artificiale in grado di generare immagini da descrizioni testuali), “nato” il 5 gennaio 2021. Con elementi riprodotti da tali immagini, Manetas ricrea uno dei suoi celebri #ManetasFloatingStudio, studi fluttuanti che l’artista materializza in diversi luoghi attraverso una (anti)pittura leggera ed effimera prodotta versando sapone liquido sopra pigmenti di colore. Nel vortice di immagini che si genera, trova spazio anche la proiezione di ManintheDark.com (2004), un proto-NFT sotto forma di sito web, dove, come suggerisce il titolo, una figura “umanoide” fluttua nell’oscurità, trasformandosi nella metafora della condizione umana di fronte alla conoscenza, in particolare a quella apparentemente infinita e inesauribile del web.
In mostra anche una rara edizione del 1707degli scritti di Giovanni della Croce tradotti in italiano, prestito proveniente dalla Biblioteca Oliveriana di Pesaro.
L’esposizione sarà accompagnata da una pubblicazione in uscita nella primavera del 2023.
Vademecum
Conversation Piece | Part VIII – Notte Oscura
Curatore: Marcello Smarrelli
Assistente curatore: Saverio Verini
Luogo: Fondazione Memmo, via Fontanella Borghese 56/b, 00186 Roma
Apertura al pubblico: 13 dicembre 2022 – 26 marzo 2023
Orario: tutti i giorni dalle 11.00 alle 18.00 (martedì chiuso). Chiuso per festività natalizie nei giorni 23, 24, 25, 26, 31 dicembre 2022 e nei giorni 1°, 2, 3, 6 gennaio 2023
Ingresso libero
Informazioni: Benedetta Rivelli: +39 06 68136598 | info@fondazionememmo.it | www.fondazionememmo.it