A Firenze una mostra sull’arte di cavalcare dall’antichità al Medioevo
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Gruppo fittile con currus e auriga, IV secolo a.C. Argilla Campobasso, Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio del Molise[/caption]
A partire dalle prime rappresentazioni sulle pareti delle grotte preistoriche fino all’impiego della staffa nel corso del Medioevo, il cavallo rappresenta per l’uomo un amico, un segno di prestigio sociale, un simbolo di potere politico. A raccontarlo una esposizione alla Limonaia del Giardino di Boboli




Elio Fiorucci nel suo ufficio, 2004[/caption]

Finalmente liberi[/caption]

Foto Paolo Poce[/caption]

Javier Marin,[/caption]

Guido Harari e Marco Pierini (direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria e curatore della mostra) davanti a David Bowie[/caption]

Robert Doisneau, Les écoliers de la rue Damesme, 1956 @ Atelier Robert Doisneau[/caption]

Nei Alberti Allestimento Villino Pignatelli @Jurek Kralkowski [/caption]

Panorama di Firenze dal Giardino di Boboli con le opere di Fritz Koenig:
da sinistra: Großer St. Martin Grande San Martino 1963/1964 Große Flora V Grande Flora V 1977/1978[/caption]

Vittorio Fava, Libro delle Streghe, 2017[/caption]